Progresso sociale: Varese è 28esima in Italia
Confindustria Varese ha presentato il Social Progress Index della provincia di Varese, sviluppato da IEC, l'Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC - Università Cattaneo
Ventottesima sulle 107 province italiane per progresso sociale. È questa la posizione che assegna a Varese il Social Progress Index sviluppato da IEC – Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC – Università Cattaneo e presentato da Confindustria Varese, durante un convegno tenutosi nell’ateneo di Castellanza. Misurare lo sviluppo del territorio andando “oltre il Pil”, oltre i semplici indici economici: questo l’obiettivo che l’associazione datoriale degli industriali varesini si è posta con questa ricerca che ha analizzato tre dimensioni principali del progresso sociale (bisogni umani fondamentali, fondamenti del benessere, opportunità), per un totale di 12 componenti e 62 indicatori finali. Per ognuno un voto e un posizionamento di Varese in Italia e in Lombardia.
Risultato: Varese risponde bene ai bisogni fondamentali dei suoi cittadini e garantisce un buon livello di benessere tanto da attestarsi in queste due dimensioni, a livello nazionale, rispettivamente in 21esima e 20esima posizione. Meno bene, invece, la dimensione delle opportunità, che misura le possibilità dei singoli individui di raggiungere il proprio pieno potenziale. A questa voce, Varese si piazza a metà classifica: 49esima. Risultato finale per Varese nella graduatoria italiana sul progresso sociale: 28esima posizione, appunto.
Bisogni umani fondamentali: 21^
Rispetto a quasi tutte le altre province, Varese risulta offrire ai singoli un’ottima sicurezza personale posizionandosi quarta a livello nazionale. Anche a livello idrogeologico la Provincia di Varese assicura una buona protezione, sia in termini di rischio frane (attestandosi al nono posto), sia di rischio alluvioni (quindicesima in classifica). I punti deboli su cui recuperare terreno risultano, invece, quelli dell’assistenza medica di base e delle dispersioni nelle reti idriche comunali, dove Varese, negli ultimi 10 anni, ha perso diverse posizioni.
Fondamenti del benessere: 20^
In questa dimensione il quadro è ancor più positivo per la provincia varesina che risulta essere decima in Italia per livelli di salute e benessere (confermandosi prima assoluta per indice di sportività) e quindicesima per accesso dei cittadini alla conoscenza (grazie ai buoni livelli di diplomati, di competenze matematiche e letterarie), anche se in questa componente (l’accesso alla conoscenza) Varese, negli ultimi anni, ha perso tre posizioni. Semaforo verde, guardando soprattutto al confronto con il resto della Lombardia, anche per la qualità ambientale, grazie, per esempio, al buon posizionamento sulla raccolta differenziata (13esima in Italia) e al miglioramento nella qualità dell’aria. C’è da risalire la china, invece, sull’accesso alle informazioni, dove Varese arriva solo 56esima, trainata in basso, tra i vari indici, da quello riguardante le librerie (100esima in Italia) e la digitalizzazione delle città (i comuni del Varesottto sono poco smart: 68esimi).
Opportunità: 49^
È in questa dimensione che emerge il punto debole di Varese. I semafori rossi che bloccano il progresso sociale varesino sono la bassa partecipazione elettorale dei cittadini, l’affollamento degli istituti di pena, l’offerta culturale, il livello dei giovani nelle amministrazioni comunali, l’accessibilità delle scuole. Semaforo giallo (bene, ma ci sono margini di miglioramento visto quello che fanno le altre province, in primis quelle lombarde) per quanto riguarda le pari opportunità. C’è da lavorare, invece, di più nelle performance alla voce educazione avanzata, componente che vede Varese piazzarsi solo 49esima a causa del numero di laureati e della partecipazione alla formazione continua.
Il paragone con il resto della Lombardia: 8^
Dando uno sguardo a livello regionale, invece, tra le 12 province lombarde, Varese è la quinta per capacità di garantire benessere alla propria comunità, superata da Monza, Lecco, Milano e Sondrio. Quart’ultima nella risposta ai bisogni fondamentali dei cittadini, seguita da province come Pavia, Cremona e Lodi. Mentre rimane indietro a livello lombardo, così come nella classifica nazionale, nelle opportunità, dove viene superata da tutte le altre tranne che dalla provincia di Sondrio. Posizione nella classifica regionale generale del Social Progress Index: ottava.
Questi, dunque, i principali dati (ma non i soli) presentati da Confindustria Varese e ricavati attraverso il Social Progress Index: l’indicatore certificato e riconosciuto a livello internazionale, sviluppato da IEC – Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC – Università Cattaneo, partner in Italia dell’organizzazione no-profit Social Progress Imperative, fondata nel 2012, con sede a Washington.
I commenti
«Il nostro obiettivo con questa iniziativa che rappresenta il secondo step di un percorso avviato con il lancio del Piano Strategico #Varese2050 – ha spiegato il Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi – è quello di offrire alla nostra provincia una mappa con i suoi punti di forza, ma anche di debolezza, per impostare insieme alle istituzioni, alle imprese e altri enti, sia pubblici sia privati, politiche innovative in grado di aumentare la capacità del territorio di soddisfare i bisogni fondamentali dei cittadini, di migliorare e sostenere la qualità della loro vita e di creare le condizioni ottimali per la realizzazione personale di ciascuno».
Per Grassi il Social Progress Index della provincia di Varese offre suggerimenti e spunti sia alle istituzioni per le politiche di sviluppo, sia alle imprese nell’implementazione dei loro programmi di responsabilità sociale, sia alla stessa Confindustria Varese nella sua azione di attore del territorio: «Alla politica due priorità: investire nell’assistenza medica di base e nell’accesso alla conoscenza e all’informazione, per esempio attraverso progetti di digitalizzazione delle nostre città, troppo poco smart. Alle imprese, il suggerimento è quello di investire con ancora più forza sull’inclusività dei posti di lavoro e sulla sostenibilità. A noi di Confindustria Varese, invece, il Social Progress Index affida il compito di andare avanti e con maggior impegno sui progetti di formazione, sostenendo la LIUC, aumentando le collaborazioni con gli istituti superiori e con gli ITS, valorizzando la presenza sul territorio di ben due atenei, continuando a investire sulla formazione continua e di realizzare quel luogo in cui il sapere e il saper fare potranno incontrarsi per aiutare le persone a realizzarsi: Mill – Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics».
«L’Index è un importante esempio della stretta collaborazione tra la LIUC e Confindustria Varese – ha sottolineato Riccardo Comerio, Presidente LIUC – Università Cattaneo – a testimonianza che questa Università è in stretta relazione con il mondo imprenditoriale ma soprattutto è al servizio del territorio. Lo dimostrano e lo confermano le numerose relazioni e sinergie sia della LIUC Business School sia dell’Ateneo con molte imprese della provincia e non solo, da cui scaturiscono progetti innovativi per le aziende, occasioni di ricerca accademica e applicata per l’Università, che ritornano in un circolo virtuoso a beneficio delle imprese da una parte, della formazione degli studenti dall’altra. Lo dimostrano e lo confermano gli Osservatòri in corso, gli Hub recentemente avviati, l’i-Fab che ha ormai risonanza internazionale, gli studi condotti sull’impatto della LIUC nel nostro territorio e sulle fragilità sociali, il progetto supportato da Fondi Interreg ‘SkillMatch Insubria: Competenze per il futuro del lavoro’, i seminari sull’Economia civile, solo per citare alcuni, tra i più recenti, esempi”. Chiosa il Presidente LIUC: “Oggi si compie un altro passo in avanti, oltre l’homo oeconomicus per dare concretezza a un nuovo Umanesimo attraverso modelli di impresa diversi e obiettivi di politica che contemplino non solo la crescita economica, ma anche il benessere sociale».
«Confindustria Varese – ha affermato il Professor Fernando Alberti, Direttore Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC – si è da tempo incamminata lungo un articolato processo di riflessione collettiva per il rilancio della competitività del territorio della provincia. Ciò che è chiaro ormai a livello internazionale, e che è al centro del lavoro che, come Institute for Entrepreneurship and Competitiveness, conduciamo nella rete creata dal Professor Michael Porter ad Harvard Business School, è che per progettare la competitività di un territorio non si può separare la prosperità economica dal progresso sociale. Quanto presentiamo oggi è la prima edizione condotta in Italia a livello provinciale del noto Social Progress Index, un indice che non solo ci consente di comprendere lo stato di salute della provincia sotto il profilo sociale e di confrontarla con altri territori vicini o simili, ma soprattutto ci guida nell’azione. La forza del Social Progress Index è infatti quella di indicare la via per azioni che sappiano rinforzare le forze e compensare le debolezze del territorio, complementando le strategie identificate a livello economico e industriale».
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