9 punti in 7 giorni: La Pro Patria è a -4 dalla Serie B. Il segreto? Il collettivo
Solidità difensiva e ritmo in ogni gara, sotto la guida di Jorge Vargas la squadra di Busto Arsizio vive con entusiasmo uno dei migliori campionati della sua storia recente
«La partita contro il Vicenza dirà quale sarà il nostro livello». Così aveva detto l’allenatore della Pro Patria Jorge Vargas alla vigilia del match vinto allo Speroni di Busto Arsizio per 2-0. Una gara sempre sotto controllo contro una corazzata pensata e costruita, almeno sulla carta, per dominare il Girone A. Una gara che, in virtù dei 9 punti conquistati in 7 giorni, consegna alla Pro Patria una classifica da sogno, con la squadra bustocca quarta a 42 punti a -4 sia dal “record” dello scorso anno e sia dal primo posto che garantisce l’accesso diretto alla Serie B senza passare dai playoff, obiettivo ormai nel mirino dopo aver realisticamente messo in cassaforte la permanenza in categoria, con un +12 dalla zona salvezza. (Foto copertina Roberta Corradin)
Mancano ancora 12 partite in poco più di due mesi e mezzo, 36 i punti a disposizione, una manciata meno di quelli finora ottenuti dalle squadre di vertice a 2/3 di un campionato dal destino decisamente incerto e al tempo stesso molto equilibrato (le prime 7 sono raggruppate in un fazzoletto di 7 punti). La bandiera a scacchi è dunque decisamente troppo lontana per iniziare a fare tabelle e calcoli su eventuali (e comunque ancora proibitive) corse per un primo posto che non riesce a trovare il proprio padrone. Complice il campionato altalenante della Nobile Provinciale Vicenza (il subentrato Modesto è già a rischio) e il recente calo fisico della favorite Pordenone e FeralpiSalò, a guidare la vetta della classifica oggi è inaspettatamente la Pro Sesto con 46 punti. La squadra meneghina esattamente un anno fa navigava nelle torbide acque dei playout (decisiva la vittoria nello spareggio col Seregno) e, va detto, se non fosse stato per quel roboante 0-3 ottenuto proprio a Busto da fanalino di coda – risultato decisivo per l’esonero di Prina – probabilmente oggi militerebbe “per direttissima” nel calcio dilettantistico. Due storie di riscatto e da Cenerentola del Girone A, che accendono due piazze relativamente vicine in termini di chilometri, seppur con una storia differente.
Mai così impronosticabilmente vicina alla B dal ritorno tra i professionisti del 2018, Busto Arsizio sta vivendo una stagione sotto il segno dell’orgoglio tigrotto, quello di un gruppo – formato dallo stesso zoccolo duro di ragazzi – che la scorsa primavera ha vissuto con apprensione l’incognita dopo la breve e tutt’altro che fruttuosa parentesi “dell’Era Sgai“, quando a pochi giorni dal match-salvezza a Seregno l’allora presidente Citarella comunicò la volontà/necessità del consorzio partenopeo di vendere la società. Il ritorno in estate di Patria Testa al comando oggi fa sembrare quel delicato periodo al pari di una “bolla”, una pagina del passato definitivamente alle spalle. Ma quel travagliato momento una cicatrice forse l’ha lasciata, una ferita che ha temprato l’animo di uno spogliatoio rinvigorito dall’allenatore artefice di una splendida cavalcata, Jorge Vargas, che oggi 8 febbraio spegne 47 candeline.
Scelto a sorpresa dal silente quanto prezioso Sandro Turotti, direttore sportivo a cui va attribuito il merito di sopperire alle inevitabili cessioni di giocatori valorizzati come Gatti o al rientro dei giovani alla base dopo il prestito come Pierozzi e Caprile (oggi in B) – il mister esordiente tra i professionisti ha saputo infondere ai calciatori la consapevolezza dei propri mezzi e un’identità alla squadra, fondata sul lavoro in settimana. «Ogni partita fa storia a sé. Non guardiamo mai la classifica ma prima di tutto a noi stessi e al lavoro svolto in settimana», questi i mantra che, con inflessione sudamericana, si sentono in sala stampa ogni sabato mattina o la domenica pomeriggio, quasi come se la Pro Patria vivesse un campionato “avulso”, slegato dai concetti di budget e mezzi a disposizione. Il risultato è una squadra liberata dall’insostenibile pesantezza di quei pregiudizi che ciascuna squadra porta inevitabilmente con sé (a volte in maniera soffocante come Vicenza e Triestina), in grado di giocare sull’onda dell’entusiasmo, ma senza mai sbilanciarsi. Almeno finché il livello fisico regge i ritmi del 352 e del calendario del campionato.
NUMERI PRO PATRIA
QUARTA MIGLIOR DIFESA DEL GIRONE
26 giornate, 29 gol fatti e 25 subiti. Con i se e con i ma la storia non si fa … ma senza i sei gol incassati nella doppia sfida col Padova “bestia nera” il conteggio scenderebbe a 19, la miglior difesa del Girone A dietro soltanto all’impenetrabile FeralpiSalò (14), attuale terza potenza del campionato superata dai bustocchi nella trasferta sul Lago di Garda. La difesa guidata da Manuel Lombardoni a protezione di un “rilanciato” Mattia Del Favero e all’occorrenza dal suo vice Giulio Mangano (nel 3 a 0 col Mantova) rimane comunque la quarta migliore del girone, forte di aver messo a referto ben 11 partite senza incassare gol, di cui 7 nelle ultime 10 giornate: una prova di maturità possibile anche grazie al rientro a pieno organico nelle retrovie dell’ex Inter Primavera e del difensore “made in Busto” Stefano Molinari.
UN COLLETTIVO CHE SEGNA: 15 i giocatori coinvolti
Positivi anche i numeri dei gol capitalizzati dall’intera rosa, con una equa distruzione tra tutti gli attaccanti in momenti diversi del calendario. Confrontata con la scorsa stagione (38 gol: 38 partite), la media ad oggi è leggermente migliore (1,11 gol a partita), e, soprattutto i gol sembrano pesare meno sulle spalle di un singolo giocatore. Nella classifica cannonieri del campionato 21/22 al vertice si trovava infatti Alessandro Piu con 9 reti, seguito dall’ex Pierozzi (8) e Parker (5). Quest’anno l’attaccante in maglia numero 27 ha raccolto finora un bottino di 5 reti (due nelle ultime partite) nonostante un lungo digiuno che si è protratto da novembre a febbraio.
Altro aspetto da non trascurare è l’assenza dell’ariete titolare Sean Parker, fermo a zero presenze per il grave infortunio al crociato rimediato alla fine dell’estate. A sopperire i gol della principale boa nello scacchiere di Vargas, abilissimo a tenere alta la squadra, sono stati tutti gli altri attaccanti, in particolare la coppia d’attacco titolare tra fine novembre e dicembre, quando la Pro Patria ha centrato 7 risultati utili consecutivi: Davide Castelli e Leonardo Stanzani, entrambi a quota 6 gol, numeri superiori all’annata precedente (rispettivamente 5 e 3).
Dal valore dei 3 punti – e quindi decisivi ai fini della classifica – la seconda rete del francesino classe 2004 arrivato svincolato dall’OM a stagione in corso, ottobre: Jonathan Pitou, talento cristallino che si è presentato all’esordio contro la Pro Sesto con una volée da cineteca e che ogni domenica fa impazzire le difese avversarie sia col pressing insistente e con tocchi di classe. Discorso analogo si può fare con il promettente 19enne Giorgio Citterio, spesso buttata nella mischia a partita in corso da Vargas per tenere la palla vicino alla bandierina e autore del gol della anno in casa contro il Sangiuliano City a tempo praticamente scaduto. Decisivo infine il contributo dei reperti dietro la linea di metà campo: 4 gol dalla difesa grazie ai cosiddetti calci piazzati (due Boffelli, uno Lombardoni e uno Saporetti), 3 dal centrocampo (Nicco, Fietta e Ferri) e 2 dagli esterni (Perotti e Ndrecka).
Il numero dei marcatori è così di 13 elementi, a cui vanno aggiunti due assistman comunque decisivi nel computo dei gol realizzati: Brignoli e Vezzoni, quest’ultimo, esterno riscopertosi anche mezzala, a 4 assistenze, una in meno di Ndrecka che in cinque occasioni ha mandato i propri compagni a rete. Il totale è di 15 giocatori di movimento sui 25 in rosa, da cui però sono da escludere di fatto i tre lungodegenti fermi ai box da quest’estate e mai scesi in campo a causa degli sfortunati infortuni (Ghioldi, Rossi, Parker, due centrocampisti e una prima punta).
DIFFICOLTÀ ED EMERGENZE GESTITE CON RESPONSABILITÀ
Proprio l‘infermeria è senza dubbio il principale punto dolente vissuto in Via Ca’ Bianca (a tal punto da dover convocare dalla Primavera come vice di Del Favero il “quarto portiere” Valneri). Tante le assenze, con apici di 9 indisponibili nella fase più complicata della stagione, tra la seconda metà di ottobre e la prima di novembre, segnata dalla principale flessione bianco-blu. 5 sconfitte in 7 partite e unico momento in cui i tigrotti si sono trovati fuori dalla zona playoff, oscillando tra l’undicesimo e il dodicesimo posto a cavallo tra l’undicesima e la quattordicesima giornata.
Attraverso questi momenti di calo, a tratti inevitabili nel corso di una stagione, la squadra è riuscita tuttavia a crescere e a responsabilizzarsi: l’aver avuto a lungo a mezzo-servizio il regista titolare, inamovibile in quel di Busto Arsizio, Luca Bertoni nelle prime giornate del campionato ha permesso l’esplosione di Tommaso Brignoli in una posizione a lui più congeniale, dove grazie ai suoi break palla al piede, riesce a ribaltare velocemente l’azione da difensiva a offensiva. Testimone raccolto poi da un dominante Fietta e dalla mezzala di qualità Nicco quando i primi due erano contemporaneamente indisponibili proprio nella fase critica della stagione. Quattro giocatori con caratteristiche diverse, che hanno saputo rendersi preziosi e che una volta rientrati tutti nei ranghi permetteranno all’allenatore di scegliere le opzioni migliori per la partita da affrontare.
In difesa, invece, oltre alla certezza del veterano classe 1998 Andrea Boffelli, da segnalare è la crescita di Saporetti e Vaghi, chiamati agli straordinari “fuori ruolo” e protagonisti positivi durante lo stop di Lombardoni, corrispondente alla fase critica attraversata dalla Pro Patria. Il numero 4 di Forlì ha addirittura conquistato il premio di tigrotto del mese di novembre, mentre Vaghi dopo una goffa espulsione alla sesta di campionato si è riscattato ben destreggiandosi sia in qualità di braccetto destro che di esterno laterale costruendosi anche più di una occasione al tiro.
«Viviamo una sana competizione senza che ci sia qualcuno che si senta con il posto fisso» Le parole del capitano Fietta dopo la vittoria contro il Lecco spiegano bene le dinamiche di uno spogliatoio unito, la cui parola chiave è collettivo (nelle pagelle di VareseNews il migliore in campo è stato per quinidici volte un giocatore diverso). Una parola non a caso: è infatti la didascalia scelta da Filippo Ghioldi nel suo post su Instagram. La foto – di Marco Giussani – ritrae Davide Ferri con la maglietta numero 23: una dedica speciale. Dopo esser andato a segno domenica scorsa contro il Vicenza per la prima volta in stagione, la mezzala ha voluto mostrare al pubblico dello Speroni la maglietta del compagno di squadra che si sarebbe operato al ginocchio destro il giorno seguente. Tutti per uno, uno per tutti.
(foto originale di Marco Giussani)
(foto originale di Marco Giussani)
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