Gli esperti per valutare il “danno da cinghiale”: un corso del Parco del Ticino
Lezioni teoriche e sul campo per riconoscere e stimare i disastri prodotti dal passaggio di branchi di ungulati e in generale dalla fauna selvatica. Solo nel territorio del Parco del Ticino danni per oltre mezzo milione l'anno
Essere capaci di stimare i danni prodotti dalla fauna selvatica e in particolare dei cinghiali: tre giornate di formazione, in aula e sul campo, su un tema di pressante attualità per l’agricoltura lombarda.
L’iniziativa a cura del Parco del Ticino si chiama: “Accertamento e stima danni fauna selvatica con particolare riferimento al cinghiale nel territorio del Parco del Ticino” . Il corso, organizzato dal Settore Agricoltura del Parco Lombardo della Valle del Ticino, si è aperto mercoledì 1° marzo nell’aula magna della Riserva La Fagiana di Magenta, con la partecipazione di più di 50 tra dottori agronomi e forestali, agrotecnici e periti agrari di tutta la Lombardia. “Il Parco – ha spiegato il direttore dell’Ente, Claudio de Paola – dal 1985 ha strutturato un servizio di accertamento e stima dei danni da fauna alle colture. Sono stato uno dei primi tecnici estimatori del Parco e questa attività che ho svolto per molti anni mi ha sempre appassionato. L’approfondimento ed il confronto tecnico su questo ed altri temi sono fondamentali per il miglioramento dell’efficienza del servizio reso. Quindi ringrazio Michele Bove e tutto il settore agricoltura per aver organizzato questo corso, a cui partecipano anche diversi colleghi di altri Parchi regionali”.
Il corso proseguirà con due lezioni in campo: la prima, fissata per il prossimo 9 marzo dalle ore 9.00, toccherà con mano i danni da cinghiale sui bellissimi prati stabili del Parco del Ticino e due esempi di recinzioni elettrificate posizionate da agricoltori attenti ad evitare le gravi conseguenze di questi danni. La seconda uscita in campo è prevista per la primavera avanzata, in data da definire, permetterà di osservare i danni dei cinghiali sulle semine di mais e riso.
“Porto il saluto della Presidente e del consiglio di gestione del Parco – ha esordito nel suo intervento Silvia Bernini, consigliere del Parco del Ticino con delega all’Agricoltura -, Siamo orgogliosi di essere i promotori di questo importante corso, perché reputiamo necessaria una adeguata formazione di chi poi andrà nelle aziende agricole per le operazioni di accertamento e stima dei danni. In una visione di Parco capace di offrire servizi al mondo agricolo, riteniamo fondamentale spiegare bene ai tecnici agrari come avviene una perizia, aiutandoli a diventare sia validi periti sia fornitori di consigli agli agricoltori per la miglior prevenzione dei danni”.
La presenza eccessiva di cinghiali sul nostro territorio, ma non solo, sta causando ingenti danni all’agricoltura con ripercussioni sulle aziende agricole, rendendo così più complesso e oneroso lo svolgimento dell’attività̀ quotidiana a causa dei raccolti distrutti, dei cedimenti delle infrastrutture irrigue, dei rischi sanitari per l’uomo e per gli allevamenti. “Solo nel territorio del Parco del Ticino – prosegue Silvia Bernini – nel 2021 sono stati accertati danni all’agricoltura per circa 580mila euro. Una cifra enorme. Il Settore Vigilanza del Parco in questi anni ha messo in campo continue azioni di contenimento grazie anche alla fondamentale collaborazione delle aziende agricole”.
La situazione è diventata insostenibile non solo nelle aree rurali, ma rischia di compromettere l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali con la perdita della biodiversità. “Finora il Parco si è dedicato solo all’accertamento dei danni causati alle aziende agricole – ha concluso la Presidente Cristina Chiappa – ma l’impatto del cinghiale incide in primis sulla conservazione delle specie animali e vegetali. La perdita di ricchezza e diversità̀ di specie, e quindi l’alterazione dell’ecosistema, è un’altra rilevante conseguenza della presenza di questa specie. Potremmo iniziare ad accertare anche i danni in termini di perdita di biodiversità nel Parco del Ticino e siamo certi che le cifre sarebbero enormi, solo così, forse, tutti potranno rendersi esattamente conto di come si stia compromettendo un ambiente naturale di altissimo pregio, il cui ripristino, purtroppo, non sarà veloce”.
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