In un’occasione l’ha persino chiusa fuori casa, costringendola a dormire in auto in pieno inverno. Ma questo è solo uno degli atti con cui un 33enne ha perseguitato la compagna (bel frattempo divenuta ex) accusata di tradirlo: per questa serie di episodi l’uomo, di origine straniera, è stato denunciato dalla Polizia Locale di Gallarate, a cui la donna si è rivolta per ottenere aiuto.

La ragazza ha infatti sporto denuncia al Comando di Via Ferraris e ha raccontato di essere stata portata all’esasperazione dalla gelosia dell’uomo, che in più circostanze l’avrebbe percossa, accusandola falsamente di averlo tradito con dei colleghi di lavoro.

La giovane donna aveva deciso di troncare la relazione, ma a quel punto l’ex compagno aveva iniziato a pedinarla e a presentarsi a sorpresa, rendendo la vita impossibile alla donna. In una circostanza addirittura le avrebbe impedito di rientrare presso la propria abitazione, costringendola a dormire in auto nonostante le rigide temperature invernali.
A seguito dell’atteggiamento violento del proprio “ex”, la ragazza, rimasta incinta, avrebbe addirittura deciso di abortire.

Per allontanarsi definitivamente dal proprio persecutore, la giovane ha cambiato più volte residenza e ha persino lasciato un impiego a tempo indeterminato in un’azienda in provincia di Milano, la stessa dove lavorava il suo ex.

I tentativi di liberarsi definitivamente dello “stalker”, pur tuttavia, a detta della vittima sono risultati vani: l’uomo è sempre riuscito a rintracciarla nei pressi delle abitazioni nelle quali ha cercato riparo o nei luoghi di lavoro, anche saltuari. La donna ha anche riferito come in una circostanza, incontrato l’ex fidanzato vicino alla propria auto lasciata in sosta su strada, sia stata costretta a farlo salire a bordo salvo poi essere minacciata e ricoperta di insulti durante il tragitto verso casa.

Un crescendo di violenze fisiche, minacce e insulti con appostamenti ad ogni ora del giorno e della notte, che hanno reso impossibile la vita della donna, la quale al culmine dell’ennesimo episodio, avvenuto a pochi metri dal Comando, ha trovato il coraggio di rivolgersi alla Polizia Locale.

Nella circostanza la giovane vittima, terrorizzata dalle urla e dagli insulti dell’ex, ha chiesto l’intervento degli agenti presenti in sede. Diversi gli episodi denunciati per i quali gli inquirenti hanno raccolto importanti riscontri, quali ad esempio messaggi minatori inviati sul cellulare della malcapitata. Al fine di offrire alla giovane un sostegno psicologico concreto, gli agenti oltre a svolgere le investigazioni, hanno messo in contatto la ragazza con il centro territoriale antiviolenza EVA onlus il cui sportello da diversi anni è operativo nello stesso edificio ove ha sede il Comando della Polizia Locale, con lo scopo di fornire in un ambiente protetto assistenza alle vittime di violenze.

Al termine degli accertamenti di polizia giudiziaria l’uomo (già gravato da precedenti per delitti contro la persona e resistenza a pubblico ufficiale) è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio per il reato di atti persecutori, punito dall’art.612 bis del Codice penale.
L’indagato alcune settimane fa è stato poi anche arrestato dalla Polizia di Stato intervenuta su richiesta della donna, al culmine dell’ennesima iniziativa persecutoria durante la quale, in piena notte, ha speronato l’auto della vittima e ha poi opposto resistenza agli agenti intervenuti.