Il liceo di Pistoia e i tre partigiani “eretici”
Nelle aule del liceo Forteguerri, nella città toscana, si formarono Silvano Fedi, Pier Bellini Delle Stelle, Manrico Ducceschi: un anarchico, un nobile "rosso", un cattolico. I ragazzi di oggi del liceo pistoiese hanno realizzato il film "Pistoia 1944 - Una storia partigiana", in programma anche a Cuggiono
Uno anarchico, l’altro cattolico, l’altro nobile. Partigiani coraggiosi ed “eretici”: Silvano Fedi, Manrico Ducceschi e Pier Bellini Delle Stelle sono tre figure molto diverse della Resistenza, accomunate dall’essere “minoranza” ma anche da un percorso che passa nella stessa scuola, il liceo Forteguerri di Pistoia.
A distanza di quasi 80 anni proprio i liceali di quella scuola hanno realizzato il film “Pistoia 1944 – Una storia partigiana”. Una pellicola che in particolare porta sullo schermo i sogni, le passioni, i desideri e il coraggio dei giovani vissuti nel 1944 che, con efficaci azioni non violente, liberarono Pistoia; un film che coniuga un’ottima regia, una brillante sceneggiatura e una fotografia invidiabile.
Il film sarà proiettato anche a Cuggiono.
La pellicola racconta, romanzandole ma restando piuttosto fedele, la storia delle “Squadre Franche Libertarie” animate da Silvano Fedi, anarchico che già negli anni del liceo aveva subìto un pestaggio e poi un processo al Tribunale Speciale, già identificato come oppositore del fascismo.
Silvano Fedi, il partigiano anarchico caduto in un’imboscata
Gli anarchici sono forse la componente meno riconosciuta della Resistenza, seppur con varie formazioni con una certa forza a Pistoia, a Carrara e in Lunigiana, cospiratori in città a Milano (tra cui un giovanissimo Giuseppe Pinelli) e altre figure di grande valore emerse qua e là, come il “colonnello” Canzi nel Piacentino.
Fedi già prima del 1943 costituisce una sua rete cospirativa, la Federazione Comunista Libertaria, insieme ai compagni di liceo, in contatto con gli operai della città e con quelli della grande fabbrica bellica di Campo Tizzoro, qualche chilometro più in là. Dopo l’8 settembre diventa l’animatore della Resistenza a Pistoia, in città: fatta di colpi di mano, di assalti ai treni, di armi sottratte. Una parte delle armi rimane in città, altre prendono la via dei monti, affidate alla XI Zona Patrioti, una formazione di stampo “militare” e apolitico, guidata dal repubblicano mazziniano Manrico Ducceschi. La collaborazione tra patrioti “militari” e anarchici sarebbe forse stata impossibile, non fosse che Ducceschi e Fedi avevano appunto una esperienza in comune, quella di studenti dello stesso liceo (erano coetanei).
Sia Fedi che Ducceschi moriranno giovani: l’anarchico a 24 anni, sorpreso da un’imboscata tedesca mentre tenta un colpo di mano. I militari germanici erano ben posizionatie pronti al fuoco: il partigiano libertario fu forse venduto da un doppiogiochista e nel tempo non pochi hanno pensato ad un ruolo di un certo Licio Gelli, giovane ufficiale fascista che aveva iniziato a collaborare con la Resistenza per convenienza (salvo poi tornare alle trame nere nel Dopoguerra, come si scoprì con la P2).
“Pippo” Ducceschi, partigiano italiano al fianco degli americani
Quanto a Manrico “Pippo” Ducceschi, con i suoi uomini della XI Zona Patrioti combatteva sui monti e fu protagonista di battaglie “in campo aperto” contro i tedeschi. Nel 1944 diede il suo contributo a liberare il Pistoiese e Lucca e poi continuò a fianco degli americani, prima sull’Appennino e poi sconfinando in Emilia e arrivando fino a Milano, nella “cavalcata” finale dell’aprile 1945.
Ma anche “Pippo” morì in circostanze poco chiare: ufficialmente suicida per impiccagione, ma per anni sono rimasti dubbi su un omicidio, per eliminare un comandante coraggioso, carismatico e poco “allineato” (i suoi patrioti confluirono in quella che divenne poi Associazione Toscana Volontari della Libertà).
Pier Bellini delle Stelle, il nobile partigiano
Se le storie di Fedi e Ducceschi, del libertario e del cattolico, sono intrecciate negli anni della Resistenza, affascinante è notare infine notare che negli stessi anni dal liceo di Pistoia passò anche un altro futuro partigiano divenuto per certi versi più noto: Pier Bellini delle Stelle. Di origini nobili, figlio di un ufficiale del Regio Esercito, Bellini delle Stelle era nato (anc’egli) nel 1920 e fu compagno di classe di Silvino Fedi.
Divenuto partigiano a Firenze, si trasferì poi in Lombardia: il 27 aprile 1945 il reparto partigiano che comandava intercettò e catturò Benito Mussolini, il dittatore che cercava di fuggire e salvarsi (come gli altri fu poi prelevato da Walter Audisio).
Quel giorno Bellini delle Stelle indossava il fazzoletto rosso da garibaldino, ma non era comunista: nel Dopoguerra finì poi all’Eni di Mattei. Nobile in fazzoletto rosso, anch’egli figura “eretica”, in qualche modo.
Curiosità ulteriore: per completare il quadro dei “ragazzi del 1920” al liceo Forteguerri si può citare anche Antonino Caponnetto, arrivato a Pistoia da bambino dalla natìa Sicilia, studente del liceo cittadino e compagno di classe di Fedi, divenne poi uno dei più noti magistrati antimafia.
Il film “Pistoia 1944”
Organizzata da Ecoistituto Ticino e ANPI Inveruno-Cuggiono, in collaborazione con l’Oratorio e con il patrocinio del Comune di Cuggiono, la proiezione del film “Pistoia 1944” è avvenuta martedì 18 aprile, alla Sala della Comunità di Cuggiono, via Cicogna, 8.
Presente la regista, Gaia Cappelli. Ingresso libero.
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