È primavera, le api si risvegliano
Si alzano le temperature, si allungano le giornate e le api, che sono sincronizzate con le stagioni, riprendono la loro attività sospesa durante il periodo più freddo dell’anno. Il "nostro" Federico Tesser dell'Azienda Agricola Fonteincantata di Casciago ci racconta le fasi del "risveglio" primaverile
IL RISVEGLIO DELLE API
In primavera le api si risvegliano. Si alzano le temperature, si allungano le giornate e le api, che sono sincronizzate con le stagioni, riprendono la loro attività sospesa durante il periodo più freddo dell’anno. In primavera gli alberi cominciano a fiorire: nel nostro territorio soprattutto nocciolo e salice prima, tarassaco, pioppio e ciliegio intorno a marzo/aprile, fiori che si trovano in natura, nei boschi e nei prati. Sono queste le essenze più diffuse dalle quali le api traggono il polline e il nettare con cui nutrirsi.
L’ape regina sa che servono tante api, per cui depone tante uova, oltre 2 mila al giorno. Per nutrire le larve serve tanto cibo, quindi polline e nettare, che danno proteine e nutrimento per far crescere le api bottinatrici che poi lavoreranno per raccogliere il miele a maggio.
Gli alveari in primavera si popolano e le api crescono, nella casse ci sono 3/4 telai di covata con due sponde esterne che fanno da “dispensa”: via via che si alza la temperatura e cresce il numero di api, nella cassa si aggiungono telai, fino ad arrivare a maggio ad averne 8/9. In inverno nell’arnia ci sono circa 20 mila api, mentre a maggio si arriva fino a 80/90 mila api. Nel telaio, vicino alla covata allevata, c’è una parte di polline che dà le proteine, che permette alle api di crescere, insieme al miele e alla pappa reale che viene assunta per i primi tre giorni di vita. Perché nasca un’ape, da quando viene deposto l’uovo, sono necessari 21 giorni.
Il cambiamento climatico porta diversi problemi, ce ne accorgiamo tutti e se ne accorgono anche le api. La siccità innanzitutto (meno fiori, meno nettare, meno miele). Ma anche le temperature molto miti in inverno, il ritorno del freddo in primavera e gli sbalzi che negli ultimi anni si registrano a ritmo continuo. L’apicoltore deve riuscire a capire come aiutare le api a sopperire alla mancanza di alimenti che sempre più spesso devono affrontare: è un circolo vizioso che porta ad avere sempre meno fiori, perché c’è meno acqua; meno nettare e meno polline perché ci sono meno fiori; meno api perché c’è meno nutrimento per le api; meno miele perché ci sono meno api che lo producono. Ma le api (e gli apicoltori) riusciranno a far fronte anche ai cambi di clima e a produrre dell’ottimo miele.
Le api sono fondamentali per l’uomo, ormai dovremmo averlo imparato. Come dovremmo aver imparato che sono in pericolo per una serie di cause, cambiamenti climatici, pesticidi, malattie, parassiti, predatori e nubi tossiche. Abbiamo deciso di provare a raccontare cosa fanno le api e cosa fanno gli apicoltori per prendersene cura.
Seguiremo per un anno intero il ciclo di vita di questi preziosi animali con l’aiuto di Federico Tesser, apicoltore che produce miele biologico con la sua azienda Fonteincantata.
Staremo “Un anno con le api” raccontando mese per mese quali sono i passaggi fondamentali che compie un apicoltore, unendo a questo racconto “didascalico” una parte più concreta che spiegherà cosa si può fare con il miele: ricette, curiosità e “segreti” utilizzando tutti i prodotti derivati dal lavoro delle api.
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