Giro d’Italia, si comincia. Duello Evenepoel-Roglic; Covi, Ganna e la Eolo-Kometa ci provano
Con la cronometro in Abruzzo di sabato 6 maggio prende il via la Corsa Rosa con l'atteso duello tra il belga e lo sloveno. Il "Puma" e la squadra di Ivan Basso puntano a una tappa, Superpippo cerca la prima maglia rosa. Poca Italia per la classifica generale
Si comincia dall’Abruzzo per arrivare a Roma, su un percorso che prevede come sempre parecchia montagna (se c’è una cosa azzeccata da questi organizzatori è lo slogan “La corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”) ma anche un arrivo in provincia di Varese, il 20 maggio a Cassano Magnago, come non accadeva da 15 anni. Il Giro d’Italia resta una delle manifestazioni popolari più amate e seguite e, pur senza azzurri in lizza per il trofeo finale, resta un appuntamento imperdibile per milioni di persone. E per migliaia di appassionati che vivono nelle nostre zone e hanno nel DNA lo sport della bicicletta per evidenti ragioni storico-geografiche.
REMCO-PRIMOZ: DUELLO PER LA ROSA – Il livello dei migliori corridori del Giro appare alto, ma in due si dividono i pronostici della vigilia. Uno, giovanissimo, è il campione del mondo Remco Evenepoel, talento belga della Soudal-Quick Step che nel 2022 vinse la Vuelta e che ad aprile si è preso il Giro delle Fiandre. L’altro, più esperto, è lo sloveno Primoz Roglic della Jumbo-Visma che in passato ha sfiorato il successo al Tour, che di Vuelta ne ha vinte tre e che al Giro vanta un podio nel 2018 dietro a Carapaz e Nibali. Alle loro spalle ci sono Tao Geoghegan Hart (in rosa nel 2020) che è uscito alla grande dal Tour of the Alps e che può contare su una Ineos che schiera anche Geraint Thomas; Joao Almeida per la UAE che sogna la consacrazione in un grand tour; l’accoppiata della Bora-Hansgrohe formata dal russo Aleksander Vlasov e dal tedesco Lennard Kaemna; il capitano della EF, il britannico Hugh Carthy. E forse qualche vecchio leone: Thibeau Pinot (Groupama-FDJ), Michael Matthews (Jayco-Alula), LL Sanchez (Astana).
ITALIA SI’, ITALIA NO – Sulla carta, il Giro è davvero poco “d’Italia”: l’unico azzurro in grado di puntare in alto è lo stagionato Damiano Caruso, secondo nel 2021 e uomo di punta della Bahrein-Victorious. L’obiettivo realistico può essere la Top 5 anche se a 35 anni basta poco per uscire dai radar. Lo sa bene Domenico Pozzovivo che sarà al via con la Israel ma che all’Alps ha faticato parecchio. Purtroppo non è invece al via Giulio Ciccone: lo scalatore della Trek-Segafredo ha disputato una primavera incoraggiante (2 vittorie, quinto alla Tirreno, 13° alla Liegi) ma è stato fermato dal Covid. A questo punto, oltre a Caruso, può fare bene Lorenzo Fortunato per il quale vi rimandiamo al capitolo sulla Eolo, qui sotto. Altro uomo interessante è Lorenzo Rota che però non sembra tagliato per la generale. A livello di singole tappe, la speranza è quella di replicare il Giro 2022 quando arrivarono cinque successi parziali (Dainese, Oldani, Ciccone, Covi e Sobrero) ma non sarà facile.
PROVACI ANCORA ALE – Il Varesotto ha un solo corridore al via del Giro, il 24enne Alessandro Covi che seppur nato a Borgomanero è a tutti gli effetti il “Puma di Taino”. Covi gareggia per la UAE Emirates, squadrone che proverà a portare il portoghese Joao Almeida sul podio finale, ma che non dovrà dimenticare quello che Ale può fare. Lo scorso anno il corridore varesino salvò l’onore del suo team vincendo in maniera memorabile, con una fuga da lontano, la tappa regina della Marmolada. Questa volta Covi arriva al via in condizioni non ottimali a causa di un problema di salute che gli ha fatto perdere l’ultimo mese di gare. Lo aspettiamo però nella seconda metà del Giro quando potrebbe entrare in forma e tentare di offrire un “bis” di lusso e ottenere il primo successo stagionale.
EOLO KOMETA, OBIETTIVO TAPPA – Da Besozzo è partita con buone speranze la carovana della Eolo-Kometa alla terza partecipazione consecutiva al Giro. In questi giorni abbiamo dato ampio spazio al team diretto da Ivan Basso che, come noto, poggerà le maggiori speranze sulla gamba rapida di Vincenzo Albanese (ottimo su tappe vallonate e sprint senza velocisti puri) e su quella agile di Lorenzo Fortunato. Il bolognese, primo sullo Zoncolan 2021, dichiara a più riprese di pensare alle tappe prima che alla classifica, anche perché le cronometro (3) non lo aiutano; è probabile che gli obiettivi saranno modulati con il passare dei giorni. In squadra anche gente come l’espertissimo Gavazzi o Maestri: se avranno un’occasione proveranno a coglierla.
PIPPO E STEFANO, OCCHIO A QUEI DUE – Nati e cresciuti a pochi chilometri dai confini del Varesotto, altri due corridori promettono di ritagliarsi uno spazio importante nel Giro. Filippo Ganna da Vignone, Verbania, corre per la Ineos e non avrà la possibilità di provare a fare classifica. Però la prima maglia rosa è già nel mirino (ma attenzione: non è scontata!) così come i traguardi a cronometro di Cesena e di Monte Lussari (ma la seconda parte sarà in salita). Superpippo comunque è un fuoriclasse e può lasciare il segno in vario modo.
Stefano Oldani da Busto Garolfo invece ha ancora negli occhi la gran vittoria di Genova 2022; la sua Alpecin-Deceunink priva della star Van der Poel potrebbe lasciargli spazio per tentare l’azione personale.
Fortunato e Albanese, tappe nel mirino. Scatta da Pescara il Giro d’Italia della Eolo-Kometa
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