Il ministro Giorgetti, il “cargo strategico” a Malpensa e il Masterplan da rivedere
Dopo che il ministero dell'Ambiente ha bocciato l'espansione dell'aeroporto, il governo vuole muoversi per rivedere la scelta. Un passaggio non facile: "Vedremo fino a che punto le esigenze strategiche potranno essere declinate"
«Malpensa è già una struttura strategica. Dobbiamo chiederci e riflettere se lo sviluppo del cargo possa essere giudicato strategico per l’economia di questa Regione e dell’Italia. Siccome queste condizioni ci sono, questa valutazione deve essere fatta».
Intervenuto all’evento Dhl a Milano Malpensa, principale scalo merci italiano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti parlava a pochi metri dal gigantesco impianto di smistamento dei pacchi che arrivano a bordo dei jet.
«Malpensa è già una struttura strategica», ribadisce il ministro in apertura.
E la definizione è legata al percorso che Giorgetti sta immaginando per superare gli ostacoli all’ampliamento dell’aeroporto (oltre le attuali reti).
Un ostacolo che ha in realtà una forma ben precisa e – se vogliamo – super partes: la valutazione fatta dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente. Commissione tecnica che valuta gli aspetti ambientali.
E dunque? Dunque la dichiarazione di Malpensa “opera strategica” servirebbe a bypassare il parere espresso da un organo dello Stato. Passaggio tutt’altro che facile, che deve essere valutato guardando al quadro nazionale ma anche a quello europeo, perché il rischio è d’incappare in procedure d’infrazione.
L’idea di un decreto Giorgetti l’ha messa in campo da un mese, ma il punto è vedere come verrà attuata. «Rispetto al Masterplan presentato vedremo fino a che punto queste esigenze strategiche potranno essere declinate», si è limitato a dire lunedì in casa Dhl.
Fin qui, va detto, la Commissione Valutazione d’Impatto Ambientale ha comunque dato il via libera al Masterplan 2035, che comprende decine di interventi dentro all’aeroporto e nelle aree di pertinenza, dai terminal agli hangar, dagli hotel alla nuova “Airport city” destinata a uffici.
L’espansione immaginata dal Masterplan presentato da Enac, con nuove aree da acquisire all’aeroporto e lo spostamento della strada provinciale “perimetrale”Certo, resta aperto il tema del cargo: secondo la Commissione VIA i nuovi magazzini per le merci si possono ricavare dentro al sedime esistente (la “Alternativa 2” preferita anche dai sindaci della zona e sostenuta dal Parco del Ticino) mentre Enac, Sea e il mondo economico premono appunto per l’espansione a Sud dello scalo, considerata l’unica in grado di rispondere – anche in termini di sicurezza – alle esigenze di crescita a lungo termine.
L’area interna al sedime considerata valida dalla Commissione VIA: è un terreno oggi occupato da residui di vecchia viabilità, vegetazione spontanea, depositi di ghiaiaIl tema va poi inquadrato anche nel Piano Nazionale Aeroporti, che riconosce anche altri scali importanti per le merci, che a loro volta stanno programmando espansioni.
Tutti temi che dovranno essere valutati nell’eventuale Decreto.
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