L’asilo Bossi di Cardano va verso la gestione con cooperativa. “Scelta scellerata”
Pensionamenti e scelta economica alla base della decisione dell'amministrazione. Contesta dal Pd, che dice che è stata presa "in completo disaccordo con l’assessora alle politiche sociali Enrica Buccelloni"
Il Comune di Cardano va verso una gestione dell’asilo Bossi mediante cooperativa e solleva perplessità diffuse.
Di certo quella del Pd cardanese, che dalla file dell’opposizione dice che «aprire ai privati significa esporre questi settori strategici ai rischi di mercato, per affidarli a soggetti che rispondono solo ad una legge: quella del profitto» e che la gestione esterna espone bambini e famiglie anche alla «alta rotazione del personale».
Ma il Pd richiama anche la posizione dell’assessore al sociale della stessa amministrazione, che non avrebbe condiviso la scelta, tenendosi a distanza dalla discussione sul punto, che riguarda una struttura di particolare eccellenza sul territorio.
Qui il comunicato completo inviato dal circolo cardanese del Partito Democratico:
Trasparenza, partecipazione e lungimiranza: parole sconosciute a questa amministrazione
È con grande preoccupazione che apprendiamo della scellerata decisione dell’amministrazione Colombo di voler affidare ad una cooperativa la gestione integrata dei servizi educativi dell’Asilo Nido Oreste e Piero Bossi, per un periodo complessivo di tre anni, da settembre 2023 a luglio del 2026. È previsto un inserimento iniziale di 5 operatrici e la gestione di 12 bambini della sala verde (6 – 14 mesi) per il periodo 2023-24 ed un’aggiunta negli anni successivi di 21 bambini della sala gialla (da 14 mesi in su). Durante la discussione della commissione consiliare, convocata urgentemente su richiesta delle opposizioni, è emerso chiaramente come il vero obiettivo sia quello di esternalizzare progressivamente tutta la gestione, visto che nei progetti della Giunta i pensionamenti del prossimo anno verranno compensati con altrettante educatrici provenienti dalla stessa cooperativa.La procedura di affidamento è iniziata con una delibera di Giunta del 14 aprile, seguita da una determinazione il 18 maggio e conclusasi in tempi record il 22 giugno, il tutto nel silenzio più assoluto e senza nessun coinvolgimento né del Consiglio
Comunale, né tantomeno delle parti sociali, il che lascia perplessi circa la trasparenza e, soprattutto, sull’azione politica di questa amministrazione. La motivazione addotta dal Sindaco Colombo è la carenza di personale e l’impossibilità di ricorrere a procedure concorsuali data l’urgenza del servizio, rivendicando in questo modo la propria decisione, arrivando a definirla una «scelta innovativa», anche se di innovativo non si capisce cosa ci sia.Ma la verità è tutt’altra, ed è in linea con gli obiettivi delle destre, cioè privatizzare tutto, dalla sanità alla previdenza, fino all’istruzione, anche quella della prima infanzia a quanto pare, smantellando progressivamente tutto il nostro sistema di welfare state e distruggere così tutto quello che si è costruito con tanta fatica in questi ultimi ottant’anni.
Aprire ai privati significa esporre questi settori strategici ai rischi di mercato, per affidarli a soggetti che rispondono solo ad una legge: quella del profitto, spesso con nessun interesse per quanto concerne la sicurezza e la qualità dei servizi.
C’è un’altra problematica che gira attorno le cooperative: l’alta rotazione del personale. Esiste infatti una concreta possibilità che i bambini si ritrovino periodicamente con educatrici sempre nuove, il che rende ovviamente difficoltosa la socializzazione e l’apprendimento tra un bambino di pochi anni (o, addirittura, di pochi mesi) con un’educatrice, che magari si ritrova lì solo di passaggio, in attesa del prossimo impiego. La decisione di affidare la gestione ad una cooperativa, che attuerà ovviamente i propri metodi, mette a rischio la continuità e l’integrità del metodo educativo, minacciando il futuro di questa istituzione preziosa.Una scelta effettuata, tra l’altro, in completo disaccordo con l’assessora alle politiche sociali Enrica Buccelloni la quale aveva già mostrato segnali di insofferenza alla decisone durante il consiglio comunale del 20 luglio, i quali sono proseguiti col proprio silenzio assordante dei giorni successivi ed addirittura con la sua assenza alla discussione in commissione. Il tutto fa intendere una spaccatura interna sulla questione, con l’assessora completamente estromessa da un’importantissima decisione facente parte della propria delega. La motivazione è semplice: Enrica Buccelloni si è sempre espressa favorevolmente sul piano pedagogico adottato al nido Bossi. Fu proprio lei a definirlo «un fiore all’occhiello» in un’intervista durante il cinquantesimo anniversario della struttura, ed è ovvio che lei, già assistente sociale di comprovata esperienza, preferisca il silenzio piuttosto che mentire spudoratamente.
A oggi non abbiamo ancora una carta dei servizi e non è neppure in previsione una riunione di Giunta e funzionari con i genitori, i quali, avendo iscritto i propri figli al nido Bossi proprio per l’eccellenza che rappresenta, anzi, che rappresentava, si ritrovano ad un tratto (e senza comunicazione alcuna) a vedere modificati i piani per i propri figli facendo così un vero e proprio salto nel buio. Su una cosa siamo completamente d’accordo con l’assessora Buccelloni: il nido Oreste e Piero Bossi è davvero un fiore all’occhiello per tutta la nostra città.
Una eccellenza riconosciuta anche a livello internazionale grazie ad un un metodo educativo che si ispira alla pedagogia di Maria Montessori, soprattutto per quanto riguarda la “libera sperimentazione sensomotoria”; un metodo che predilige la libertà di scelta in spazi aperti; un ambiente per “esplorare in senso motorio e sociale, la creazione di una comunità” e per il quale sono arrivate richieste anche al di fuori dei confini nazionali per tirocini e studi. Tutto ciò lo ha portato all’attenzione di apprezzati studiosi montessoriani. Se ne è parlato in Lettonia, Messico, California, Repubblica Ceca e, addirittura, gli è valso un grande riconoscimento: quello di essere presente al 28° Congresso Internazionale Montessori svoltosi a Praga tra il 27 ed i 30 luglio 2017.
Da oltre 50 anni, tutte le amministrazioni, di ogni colore e parte politica, si sono impegnate per far crescere il nido in termini di qualità del servizio e innovazione pedagogica, investendo tempo e risorse. Tutte tranne quella di Maurizio Colombo, che verrà ricordato per sempre come il Sindaco che ha dato il via alla privatizzazione del Nido Bossi.
E così, quell’edificio storico e tanto caro ai cardanesi, che venne donato dalla famiglia Bossi alla cittadinanza in ricordo dei fratelli Oreste e Piero affinché venisse destinato alla realizzazione di un nido comunale, rischia di diventare il simbolo dello smantellamento dell’istruzione pubblica.
Riteniamo che la gestione dei servizi educativi dell’asilo nido Bossi sia di fondamentale importanza per la nostra comunità e reputiamo che fosse stato corretto trattarlo come una questione di interesse pubblico. La mancanza di coinvolgimento dei genitori e di tutti gli organi politici nella decisione di dare inizio alla privatizzazione del servizio avrà senza dubbio un impatto significativo sulla qualità e l’accessibilità dell’educazione dei nostri bambini.Il benessere e il futuro dei nostri bambini sono una priorità per tutti noi e vogliamo assicurarci che siano preservati e protetti adeguatamente.
Il circolo del Partito Democratico di Cardano al Campo
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