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L’ingegner Marchetti e il sogno che cambiò la storia del volo

Il nome dell’Ingegnere è conosciuto in tutto il mondo per le sue progettazioni, ed il suo ingegno. La sua storia, dai primi progetti alla vita sulle rive del Ticino

Generico 07 Aug 2023

L’ingegnere Alessandro Marchetti: una figura che ha segnato per sempre la storia dell’Aeronautica Italiana e mondiale. Progettando e costruendo i suoi aeroplani, ha contribuito ad edificare quel ponte immaginario che collega tutti i continenti attraversando mari ed oceani. “Non si giudica interessante e non merita di riprodurlo oltre il primo esemplare”, la frase lapidaria con la quale la commissione dello Stato Maggiore dell’Aeronautica bocciava nel 1923 il prototipo dell’S.55 . La stroncatura non fece demordere chi credeva in questo velivolo che diventò il vero protagonista delle trasvolate negli anni successivi. L’Ingegnere, così si raccontava in un’intervista ad Epoca pubblicata il 13 ottobre 1963:

“Sono nato a Cori, nella campagna romana. Al crepuscolo su quella terra, passa il vento che viene dal mare, un vento caldo e dolce che batte sulle pendici dei monti e va in alto frangendosi come un onda. Allora dai picchi, si levano i grandi falchi, cercando quelle correnti. Salgono altissimi, volano fulminei, scivolano lentamente sulle ali spiegate e ferme, disegnando infiniti cerchi nel cielo. Restavo fuori a guardarli ogni sera, fino a quando veniva buio e tutto si confondeva in un misterioso colore di cenere. Cercavo di immaginare che cosa potessero vedere quegli animali superbi, così liberi e così sicuri  e certe volte di notte sognavo di avere anch’io quelle ali e di farmi portare dal soffio del vento in quel gioco proibito e affascinante. Avevo quattro o cinque anni.”

 

Dai sogni di bambino alla volontà paterna di ottenere una laurea, che giunge nel 1908 a Roma mantenendo un impegno costante e senza perdere alcuna notizia su tutti coloro tentino di solcare il cielo con qualunque mezzo. Non si fermò nemmeno quando lo definirono “un altro pazzoide che si è stancato di poggiare i piedi sulla terra”. Iniziò a frequentare il campo volo di Centocelle creando la sua “macchina volante” con la quale si stacco da terrà dopo parecchi tentativi .

La CHIMERA, un miraggio, un illusione diventata realtà.

Un’emozione indimenticabile portarla in volo, senza mai aver avute esperienze di volo! Nel 1913 venne assunto come Direttore Tecnico presso la “Società italiana di artiglieria e armamenti Vickers-Terni” a La Spezia e qui, mette in cantiere il progetto di un biplano caccia monoposto interamente metallico che viene battezzato MVT(Marchetti-Vickers-Terni). Quando attorno al 1920 la società di Terni comunicò di non essere intenzionata a proseguire l’attività aviatoria, venne consigliato ad Alessandro Marchetti di rilevare la S.I.A.I. Luigi Capè, manager della SIAI non volle certo perdere questa occasione. Il trasferimento in Francia dell’Ing. Raffaele Conflenti, direttore tecnico della SIAI fino a quel momento, spiana la strada all’inserimento per gradi di Alessandro Marchetti.

Iniziò così una nuova era per la Siai, che di seguito prenderà il nome di Siai Marchetti. Il nome dell’Ingegnere è conosciuto in tutto il mondo per le sue progettazioni, ed il suo ingegno. Egli però ha avuto anche la capacità di vivere la città che lo ha adottato, Sesto Calende, con grande calore e partecipazione ad ogni tipo di evento ed attività. La conoscenza ed affabilità con il personale e gli abitanti del luogo lo facevano considerare uno del posto senza nessuna enfasi.

Ai nostri giorni ,purtroppo, le persone che lo hanno incrociato sono in numero esiguo, ma i pochi rimasti, inquadrano ciò che lui è stato. Con la sua “Topolino C” con il motore da lui stesso modificato andava dal benzinaio Franco Girardi a fare il pieno dirigendosi verso il distributore “della miscela” ed orgogliosamente parlando nel dialetto locale diceva : “preoccùpas mia” con questa modifica al motore, posso arrivare anche ai 180 km/h! L’Ingegnere possedeva anche un Aurelia gran turismo blu che veniva accudita e lucidata da Berto Fedeli, marito di Maria dal Lic, donna delle pulizie. La stessa Maria portava spesso la nipote Paola a casa dell’Ingegnere, il quale sempre donava alla bimba un cioccolatino della Lindt…certamente una chicca per quei tempi.

Le foto dell’Ingegnere lo immortalano sempre vestito di tutto punto con un fazzolettino nel taschino, il cappello, giacca con cravatta o farfallino, scarpe nere con la punta bianca o completamente nere marca Oxford. Sempre elegante e di grande carisma e fascino. Uomo di sport, amava andare a cavallo del suo amato “Libertino” e possedeva, presso i cantieri Caielli di Lisanza, un motoscafo di marca Cris Craft importato direttamente dall’America e con il quale amava “scorazzare” sul nostro lago. Si racconta che portò anche la Regina Maria Josè all’Isola Bella. In età avanzata volle imparare l’ebbrezza dello sci d’acqua e, Valeria Caielli del cantiere, ricorda, che per farlo , si metteva la retina in testa. L’Ingegnere, elogiava la Valeria per la sua bellezza con l’appellativo “la statua”.

Camminando lungo l’alzaia sestese “Leandro Mattea” potete scorgere affacciata sul Ticino quale fu la sua residenza. E proprio lì, dai suoi balconi, poteva ammirare in lontananza quelle acque del Lago Maggiore e del fiume Ticino, il decollo o ammaraggio dei suoi idrovolanti che hanno solcato i cieli e mari blu di tutto il mondo.

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Pubblicato il 10 Agosto 2023
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