La grande alleanza tra mafia, camorra e ‘ndrangheta. Undici arresti anche tra Varesotto e Legnanese
L'indagine della Dda di Milano ha coinvolto 154 persone delle quali solo 11 sono state arrestate su decisione del Gip di Milano. Clan delle tre organizzazioni insieme per affari
Una grande alleanza che supera gli steccati storici delle mafie italiane e che ha come epicentro Milano (passando da Lonate Pozzolo a Busto Garolfo, fino a Castano Primo, Dairago, Legnano e Roma). Questa la teoria alla base delle 5 mila pagine di inchiesta portata avanti dalla Dda di Milano (sostituto procuratore Alessandra Cerreti) e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano.
‘Ndrangheta, camorra e mafia avrebbero creato un consorzio da circa 300 milioni di euro attivo nel settore petrolifero, dell’edilizia con l’Ecobonus, durante il Covid tra Dpi e sanificazioni, e si infiltra all’Ortomercato, nelle Rsa e nei parcheggi di alcuni ospedali lombardi, pubblici e privati, con appalti all’interno delle carceri. Alla fine i sequestri autorizzati si aggirano su beni per un valore di circa 200 milioni di euro.
Undici solo gli arresti accordati dal giudice per le indagini preliminari di Milano ma ben 154 gli indagati finiti nell’enorme fascicolo sviluppato a partire dalle inchieste che negli anni hanno disarticolato diverse locali di ‘ndrangheta, tra le quali c’è quella di Legnano-Lonate Pozzolo del boss al 41 bis Vincenzo Rispoli.
Proprio dalla riorganizzazione voluta dal vecchio capo si riaccendono le sentinelle della distrettuale che individuano in Massimo Rosi, legnanese già condannato a 5 anni e 4 mesi e riarrestato nel 2018 per traffico di droga, l’uomo scelto per ricostruire la locale devastata da arresti che si sono ripetuti negli anni.
Eppure i nomi sono sempre gli stessi. Oltre a Rosi (vicino anche ai Barbaro e ai Pelle) c’è anche Giacomo Cristello e Rosario Bonvissuto, i Fidanzati di Milano con Giuseppe (detto Ninni, figlio del defunto Gaetano) ci sono Dario e Francesco Nicastro del clan mafioso dei Rinzivillo che opera tra Gela, Roma e Busto Arsizio. Ci sono i Mazzei di Catania e i trapanesi vicini a Matteo Messina Denaro. Per la Camorra è il clan Senese con Vincenzo, figlio del boss Michele.
Secondo gli investigatori avrebbero messo in piedi un vero e proprio consorzio di interessi economici capace di infiltrarsi in ogni piega da quella economica a quella politica, dall’edilizia agli appalti pubblici, sfruttando uomini cerniera che facevano da tramite con sindaci, assessori (anche regionali), parlamentari. Un nuovo mondo di mezzo.
I vari esponenti del gruppo criminale si incontravano per matrimoni e mangiate anche nei terreni attorno a Malpensa (nella foto una delle “mangiate” tipiche, organizzata in un terreno a Castano Primo). A Busto Garolfo, negli uffici della Seven Space (impresa edile) si sono svolti numerosi incontri registrati dalle microspie dei Carabinieri.
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