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Implicazioni economiche delle tensioni tra Israele e Hamas sui prezzi del petrolio

Questi conflitti hanno spesso influenzato il mercato petrolifero mondiale, portando a oscillazioni nei prezzi e all'incertezza economica

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La Banca Mondiale ha riportato lunedì che i prezzi del petrolio potrebbero essere spinti in “acque inesplorate” se la violenza tra Israele e Hamas si ampliasse, il che potrebbe comportare un aumento dei prezzi alimentari a livello mondiale.

Le tensioni tra Israele e le nazioni arabe hanno una lunga storia che si intreccia con il settore energetico e il prezzo del petrolio. Questi conflitti hanno spesso influenzato il mercato petrolifero mondiale, portando a oscillazioni nei prezzi e all’incertezza economica.

Il Conflitto del 1973 e l’Embargo Petrolifero Arabo

Un punto di svolta significativo è stato il conflitto arabo-israeliano del 1973, noto come la Guerra del Kippur o la Guerra dello Yom Kippur. Durante questo conflitto, molti paesi arabi hanno dichiarato un embargo petrolifero, noto come l’embargo petrolifero arabo del 1973, in risposta all’assistenza occidentale a Israele. Questo embargo ha portato a una drastica riduzione dell’offerta di petrolio e ad un rapido aumento dei prezzi del petrolio a livello globale. Questo evento ha dimostrato la vulnerabilità dell’approvvigionamento di petrolio e ha avuto gravi conseguenze economiche.

Le tensioni continue in Medio Oriente, incluse le dispute territoriali e i conflitti geopolitici, hanno contribuito a creare un ambiente instabile che può influenzare i prezzi del petrolio. Le preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento, le minacce di attacchi alle infrastrutture petrolifere e le fluttuazioni nella produzione di petrolio in regioni instabili come l’Iraq e la Siria hanno mantenuto una pressione al rialzo sui prezzi del petrolio.

Tensioni in corso e i Prezzi del Petrolio

Negli ultimi anni, la regione ha continuato a essere un punto di tensione con conseguenze globali. Ad esempio, le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran hanno portato a preoccupazioni sulle rotte del petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz, un passaggio chiave per il trasporto del petrolio dal Golfo Persico. Queste preoccupazioni hanno spesso innescato aumenti del prezzo petrolio.

In sintesi, le tensioni arabo-israeliane hanno giocato un ruolo cruciale nella storia delle fluttuazioni dei prezzi del petrolio. La regione del Medio Oriente continua ad essere un fulcro di instabilità che può influenzare l’approvvigionamento energetico globale e l’economia mondiale.

L’Outlook dei Mercati delle Materie Prime della Banca Mondiale ha riscontrato che gli effetti sui prezzi del petrolio dovrebbero essere limitati se il conflitto non si espande, ma l’outlook “si oscurerebbe rapidamente se il conflitto dovesse avere una escalation”.

L’attacco di Hamas all’Israele e l’operazione militare israeliana successiva contro Hamas hanno suscitato timori di un conflitto più ampio in Medio Oriente.

E la minaccia di escalation è incombente. Carri armati israeliani e fanteria hanno varcato Gaza nel fine settimana, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una “seconda fase” della guerra. I funzionari di Hamas hanno chiesto ulteriore assistenza regionale da parte di alleati, compreso Hezbollah sostenuto dall’Iran in Libano.

La Banca Mondiale ha simulato tre scenari per l’offerta globale di petrolio in caso di piccole, medie o grandi interruzioni.

Gli effetti dovrebbero essere limitati se il conflitto non si allarga in uno scenario di “piccola interruzione”, poiché i prezzi del petrolio dovrebbero scendere dagli attuali livelli di circa 90 dollari al barile a una media di 81 dollari al barile l’anno prossimo, stima la Banca Mondiale.

Ma durante una “media interruzione” – equivalente alle interruzioni sperimentate durante la guerra in Iraq – l’offerta globale di petrolio di circa 100 milioni di barili al giorno diminuirebbe di 3-5 milioni di barili al giorno, facendo salire i prezzi del petrolio del 35%.

In uno scenario di “grande interruzione” – paragonabile all’embargo petrolifero arabo del 1973 – l’offerta globale di petrolio si ridurrebbe di 6-8 milioni di barili al giorno e i prezzi potrebbero salire del 56% al 75%, ovvero a 140-157 dollari al barile, secondo il rapporto.

Gill, il capo economista della Banca Mondiale, ha affermato che l’invasione russa dell’Ucraina ha già avuto effetti disruptivi sull’economia globale “che persistono fino ad oggi”.

“Se il conflitto dovesse intensificarsi, l’economia globale affronterebbe uno shock energetico duplice per la prima volta in decenni, non solo a causa della guerra in Ucraina, ma anche del Medio Oriente”, ha detto Gill.

Ayhan Kose, il vice capo economista della Banca Mondiale, ha affermato che prezzi più alti del petrolio comporteranno inevitabilmente prezzi alimentari più elevati.

“Se si materializza uno shock grave dei prezzi del petrolio, ciò farebbe salire l’inflazione dei prezzi alimentari che è già elevata in molti paesi in via di sviluppo” a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, ha detto Kose. “Un’escalation dell’ultimo conflitto intensificherebbe l’insicurezza alimentare, non solo nella regione ma in tutto il mondo”.

Nel complesso, i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 6% dall’inizio del conflitto. E l’oro – una materia prima che tende a salire in periodi di conflitto – è aumentato di circa l’8%, secondo la Banca Mondiale.

Alcuni analisti sono scettici che gli Stati Uniti possano sperimentare gravi carenze di petrolio, poiché la produzione di petrolio negli Stati Uniti è al massimo storico.

Durante un evento Bloomberg giovedì, la segretaria del Tesoro Janet Yellen ha affermato che l’amministrazione Biden sta monitorando attentamente le conseguenze economiche della guerra di Israele contro Hamas.

“Fino ad ora, non abbiamo visto molto che abbia conseguenze globali”, ha detto, ma se la guerra si diffonde “ovviamente potrebbero esserci conseguenze più significative”.

Il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol, ha dichiarato che tra l’invasione russa e le ultime violenze tra Israele e Hamas a Gaza, “nessuno può convincermi che petrolio e gas siano scelte energetiche sicure e protette per paesi o consumatori”.

Pubblicato il 21 Novembre 2023
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