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Eventi meteorologici estremi, Malpensa potenzia la capacità di smaltire le acque

Il nubifragio del 16 settembre 2021, che paralizzò per ore lo scalo, ha mostrato i rischi del cambiamento climatico. Le contromisure in un progetto da 24,2 milioni, di cui 7,7 da fondi europei, che interviene anche su rischio sismico e monitoraggio in tempo reale

Malpensa Generiche

Il giorno che ha cambiato l’approccio è stato il 16 settembre 2021: in quel pomeriggio l’aeroporto di Milano Malpensa venne bloccato da un nubifragio di inaudita violenza, con un accumulo d’acqua tale da colpire pressoché ogni settore dello scalo, dalla viabilità d’accesso (con le auto sommerse fino al tetto) alla cargo city, alle strutture attigue al piazzale.

Un segnale dei rischi concreti legati ai cambiamenti climatici e della necessità di contromisure: «Sulla base di quella esperienza abbiamo fatto studi e approfondimenti per capire come era stato possibile e abbiamo poi elaborato una proposta di intervento» dice Alessandro Fidato, ingegnere, Chief Operating Officer di Sea.
Lo strmento è stato trovato nella call europea che ha dato origine al progetto “Re-Mxp”, per la resilienza dell’aeroporto.

Un progetto da 24,2 milioni complessivi, di cui ben 7,7 vengono da fondi europei, che comprende due interventi principali: «Si interviene per migliorare il sistema di drenaggio sia landside che airside di tutto l’aeroporto» spiega ancora Fidato. «Il progetto poi in parte è orientato all’adeguamento antisismico del Terminal 2, che era stato progettato prima dell’ordinanza del 2004 che inseriva anche la Lombardia in area sismica, seppur bassa».

L’altro elemento inserito nel progetto è il monitoraggio con nuove tecnologie: «Una parte importante dell’investimento, trasversale a questi due componenti, riguarda lo smart monitoring che grazie a sensori consente di monitorare il sistema di smaltimento delle acque e anche la reazione ad un’eventuale scossa sismica». Inoltre, i dati forniti dal sistema di monitoraggio verranno selezionati ed integrati tra di loro per la generazione di un modello digitale dell’infrastruttura in grado di assolvere funzioni predittive.

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Giorgio Medici e Alessandro Fidato

L’intervento Re-Mxp fa parte di una più ampia attenzione alla valutazione del rischio legato ai cambiamenti climatici, che prende in considerazione tre elementi centrali, vale a dire temperature, precipitazioni e intensità del vento. Elementi in cambiamento anche rapido: per fare un esempio se la media storica diceva che a Malpensa si registravano ogni anno 30 ore annue con temperature sopra i 35 gradi, quest’anno si sono registrate ben 220 ore di “supercaldo”, che comportano una maggiore sofferenza per gli impianti (e anche per i lavoratori). «Il miglioramento del microclima è uno dei fronti su cui si dovrà lavorare e che si aggiungono alla progettualità».

D’altra parte il tema delle precipitazioni è evidente, anche perché l’aeroporto con le sue infrastrutture circostanti (ferrovie, strade, poli logistici) è  – parlando in linea generale – un’ampia superficie urbanizzata e impermeabilizzata, esposta al rischio legato alle piogge torrenziali.

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Il nubifragio del 16 settembre 2021: la situazione alla cargo city

Il maggior investimento finanziato dalla Ue a Malpensa dal 1998

Gli interventi di Re-Mxp, avviati un anno fa, si concluderanno nel 2026.  «Sono già partiti gli interventi antisismici e siamo alla progettazione esecutiva della nuova rete di drenaggio» aggiorna Giorgio Medici, direttore Sea per le iniziative ambientali e finanziate.

L’ampio progetto è stato reso possibile dalla capacità di intercettare fondi europei: «Re-Mxp è il finanziamento europeo più grande mai avuto da Sea dai tempi del finanziamento per Malpensa 2000» sottolinea Fidato. «A livello europeo come Sea veniamo considerati una best practice, ci siamo guadagnati una credibilità che è importanti, perché quando si fanno i progetti nei tempi certi questo ha poi una rilevanza per il futuro, per la capacità di aggiudicarsi finanziamenti nelle call successive». Risultati resi possibili da una specifica struttura interna, affidata a Giorgio Medici e Massimo Corradi.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 23 Novembre 2023
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