Il Covid è stato uno choc, ha peggiorato la qualità della vita ma non ha avviato il cambiamento
Nell'auditorium della Liuc sono state presentate le analisi condotte sullo stato di salute della nostra società. Un lavoro che ha visto più atenei collaborare e ha comparato diversi indicatori
Il covid ha impoverito l’Italia, ha peggiorato la qualità della vita degli italiani ma, senza le politiche di sostegno al reddito, la situazione sarebbe stata peggiore. Almeno a livello economico, perchè dal punto di vista della salute, sia fisica sia mentale, oggi stiamo decisamente peggio. Quel che sembra evidente, infine, è che dallo choc del Covid non abbiamo imparato granché.
È la fotografia emersa questa mattina nell’incontro ospitato nell’auditorium dell’istituto accademico di Castellanza Liuc durante il quale sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca POST-COVID, realizzato da LIUC (capofila), Università degli Studi di Milano e Università degli Studi dell’Insubria, finanziato da Fondazione Cariplo, con l’obiettivo di comprendere e analizzare le conseguenze dell’epidemia di COVID-19 su economia, società e individui, stimando gli effetti multidimensionali (monetari e non monetari) di tale emergenza sanitaria sui livelli di povertà e vulnerabilità della popolazione italiana.
LA DURATA DELLA CRISI HA AGGRAVATO IL BENESSERE DELLE FAMIGLIE
« Il nostro interesse – racconta la professoressa Chiara Gigliarano, docente di statistica economica della Liuc – era studiare gli effetti della pandemia di Covid19 sul benessere multidimensionale delle famiglie in Italia e a livello europeo. Non ci siamo soffermati solo sul benessere economico legato al reddito, ma abbiamo colto anche altri aspetti legati: dallo stato di salute al benessere soggettivo, a come è cambiata la capacità di relazionarsi, agli aspetti culturali e alla qualità dell’ambiente.
In particolare, abbiamo osservato come sia stata proprio la durata di questa crisi pandemica ad aggravare il benessere delle famiglie: il primo anno di pandemia 2020 ha retto abbastanza bene, il secondo anno, il 2021, ne ha risentito soprattutto il benessere soggettivo, la fiducia nella vita, la soddisfazione nel lavoro e nelle relazioni. Una fotografia che riguarda tutta l’Italia in maniera abbastanza uniforme. Il governo e gli ammortizzatori sociali, forse più che a livello europeo, sono riusciti ad attutire la perdita di reddito delle famiglie. Anche la qualità dell’ambiente e il livello di sicurezza criminalità sono migliorati. Viceversa abbiamo osservato che in termini di istruzione e cultura, quindi partecipazione culturale alle attività culturali, ma anche alla lettura di libri, la qualità si è deteriorata e non siamo ancora tornati ai livelli precedenti. Si è un po’ persa questa attenzione alla Cultura che impoverisce il benessere generale».
Nel convegno “Nuove povertà e vulnerabilità ai tempi del Covid 19: come la pandemia ha influenzato il benessere degli italiani”, le due diverse sessioni, dedicata una all’impatto sul reddito e sulle condizioni di salute e l’altra al benessere “multidimensionale” ne è emerso un quadro di sofferenza generalizzata.
INTERVENTI A PIOGGIA A SOSTEGNO DEL REDDITO DECISIVI EFFICACI MA EQUI?
L’impatto dell’emergenza sanitaria sul reddito, come dicevamo, è stata limitata dagli interventi a pioggia, decisi a livello centrale, sia individuali come sostegno al reddito, sia lavorativi con abbondante ricorso alla casa integrazione ( il 70% delle perdite è stato compensato da interventi centrali) e blocco dei licenziamenti. In media la perdita è stata del 10% ma le fasce più penalizzate sono state quelle più fragili ( senza sostegno statale la situazione sarebbe stata peggiore di almeno 6/7 volte). La popolazione più anziana ne ha risentito meno mentre molto penalizzati sono stati i giovani, soprattutto quelli a inizio percorso lavorativo.
NESSUN CORRETTIVO ADOTTATO PER I DIFETTI DEL MODELLO
La fotografia, però mette in luce i difetti strutturali di un modello che avrebbe potuto evidenziare con impegno le criticità del sistema e porre in essere degli interventi nuovi e differenti. La prima criticità è la frammentazione del mercato del lavoro emersa con la pandemia : « Ragione per la quale il Presidente Conte interveniva ogni settimana con un DPCM per risolvere le questioni particolari dei diversi settori» ha ricordato Michele Raitano, docente all’Università La Sapienza, che ha anche sottolineato l’occasione persa di far luce su determinate situazioni di povertà sollevate durante la pandemia.
IN NETTO CALO IL BENESSERE FISICO E MENTALE
Diversi i risultati se si guarda al benessere fisico e mentale. Il dottor Andrea Riganti dell’Università Statale ha ricordato come gli ospedali, durante le diverse ondate, si sono focalizzati esclusivamente sulle criticità e urgenze legate al Covid. Molti sono stati i morti in quel periodo, ma non tutti sono avvenuti durante un ricovero. In base ai dati del Ministero della Salute è possibile tracciare una mappa precisa delle perdite di attività di noi singolo ospedale. In termini assoluti, dato che il costo medio al giorno per un ricovero si aggira attorno ai 900 euro , si può parlare di perdite economiche di circa 6 miliardi e 700 milioni di euro, per un valore uguale allo 0,5% del PIL.
Il Covid ha inciso in termini negativi anche sulla salute mentale degli italiani ( come degli europei) e sulla qualità della loro vita. Sono peggiorati i parametri legati alla vita sociale e culturale, sono aumentati i casi di ansia e depressione, è migliorato l’ambiente e la sicurezza ma è diminuita la serenità. La prima ondata ha peggiorato la situazione per quasi il 58% della popolazione e europea e gli italiani sono tra coloro che maggiormente hanno subito gli effetti negativi sia nella prima ia nella seconda ondata pandemica.
L’EMERGENZA CONTINUA E AUMENTA IL NUMERO DEGLI INVISIBILI
E tutto ciò senza considerare che la guerra in Ucraina ha fatto impennare i costi energetici mentre l’inflazione ha ridotto il potere di acquisto dei salari. Il superamento dell’emergenza sanitaria non ha permesso un ritorno alla normalità anzi. Come ha spiegato Luciano Gualzetti di Caritas Ambrosiana:
« Il Covid è stata una sorta di lente di ingrandimento che ha messo in evidenza tutte contraddizioni che c’erano già prima e le ha esasperate. La crisi, legata alla guerra in Ucraina, ha messo ancora più in ginocchio chi già era in condizioni di fragilità. Queste crisi fanno emergere le contraddizioni del nostro sistema. Ci sono persone che non riescono ad accedere al Welfare di Stato: erano escluse prima e continuano a esserlo anche oggi. Le disuguaglianze sono in aumento con i ricchi che hanno visto anche incrementare il loro patrimonio mentre i poveri subiscono il deterioramento costante del loro patrimonio. Dobbiamo ricominciare a occuparci degli ultimi, di coloro che non sono intercettati, gli invisibili, come li ha definiti Papa Francesco. Vanno trovati e protetti: vanno inclusi in un modello che, al momento, è pensato solo per alcuni».
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