Omicidio di Andrea Bossi, Michele Caglioni parla e nega di averlo ucciso. Douglas Carolo sceglie il silenzio
I due arrestati per l'omicidio del giovane di Fagnano Olona hanno scelto due linee difensive opposte. Michele Caglioni punta il dito contro l'amico
Due strategie difensive completamente agli antipodi. Uno, Michele Caglioni, ha scelto di parlare per oltre 3 ore mentre l’altro, Douglas Carolo, ha deciso di avvalersi della facolta di non rispondere.
Si sono svolti questa mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Anna Giorgetti gli interrogatori di garanzia dei due giovani 20enni arrestati mercoledì con l’accusa di omicidio volontario e rapina nei confronti di Andrea Bossi, il 26enne di Fagnano Olona trovato senza vita il 27 gennaio scorso nella sua casa di Cairate con una coltellata alla gola. All’interrogatorio ha preso parte anche il pm titolare dell’indagine Francesca Parola.
Il primo ad essere stato sentito è stato Michele Caglioni, di Cassano Magnago, difeso dall’avvocato Luigi Ferruccio Servi che lo ha assistito. Il giovane ha deciso di parlare e rispondere alle domande del giudice coerentemente con quanto fatto sin dal momento in cui è stato prelevato a casa dei nonni all’alba del 27 febbraio quando i carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese hanno bussato alla sua porta, facendo ritrovare alcuni oggetti appertenuti alla vittima e spariti dopo l’omicidio (due mazzi di chiavi, un posacenere, un bicchiere e parti del cellulare della vittima).
Da quanto è stato possibile capire il giovane avrebbe indicato in Douglas Carolo l’autore dell’efferato delitto e che lui si sarebbe trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Poi si sarebbe chiuso nel silenzio per un mese probabilmente per la paura o delle conseguenze giudiziare che ne sarebbero scaturite o perchè minacciato dall’amico. I genitori del ragazzo hanno atteso all’esterno del tribunale per tutta la mattina e, pur non rilasciando interviste, hanno confermato che loro figlio si sarebbe trovato in una situazione più grande di lui.
Diversa la linea di Douglas Carolo che ha scelto la linea del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Ieri, attraverso l’avvocato Vincenzo Sparaco che lo difende insieme al collega Giammatteo Rona (foto), aveva sostenuto di essere stato da tutt’altra parte la sera del 26 gennaio.
I legali hanno brevemente risposto alle domande dei giornalisti in attesa fuori dal tribunale di Busto Arsizio: «Attendiamo di poter leggere meglio il corposo fascicolo che abbiamo ottenuto solo nella giornata di ieri. Si tratta di una vicenda complessa e il ragazzo è apparso confuso e disorientato». Al termine dell’interrogatorio i due sono stati riaccompagnati in carcere.
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