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Verso Mendoza, tra natura da sogno e inflazione da incubo

Il viaggio dei due pedalatori milanesi arriva nella capitale argentina del vino. Con le tracce dell'ennesima ondata di prezzi senza controllo

Italia Mondo generiche

Nuova puntata di “la bicicletta argentina”, l’avventura di Carlo Motta ed Enzo Bernasconi, partiti da Cuggiono (anche) sulle tracce degli emigranti che lasciarono la pianura lombarda sulle sponde del Ticino per andare in Argentina.
Il racconto è di Carlo Motta.
Qui tutte le puntate

 

Lunes 3 marzo
Neuquen- mendoza in bus.
Partito in orario arriva in orario, 8.30, esattamente 12 ore di viaggio! Dormito abbastanza bene mi sveglio quando comincia ad albeggiare. Ad un tratto finiscono le zone desertiche e mi trovo immerso in un mare di verde coltivato a frutta, verdura, cereali e piante d’alto fusto: ad una quarantina di km dalla città cominciano i vigneti. Siamo ormai dentro.a quel sogno vegetale che è mendoza: una grande oasi in mezzo al deserto ed ai piedi delle Ande che l’alba equatoriale accende di colori.
Entriamo in città a bordo della corriera percorrendo lunghi viali alberati.

Montiamo le bici e poi ci inoltriamo nella città: più che pedalare sulle strade pare di passare sotto gallerie verdi, i rami coprono il cielo. Ai lati delle strade spesso ci sono canali e canaletti dove scorre l’acqua condotta sin giù dai ghiacciai delle Ande per permettere questa bellezza vegetale.

Opere realizzate dalle popolazione precolombiane con enorme fatica e maestria ingegneristica: tutto questo non gli servì a preservare la vita: anche loro, come tutti gli altri indigeni americani, furono sterminati dall’esercito spagnolo in nome del papa e del re.

Gli emigranti, italiani ma non solo, arrivavano qui dopo un percorso ancor più estenuante di quello condotto per mare. A Buenos Aires si potevano fermare solo che aveva un lavoro specializzato o un contatto, un parente ecc, che già risiedeva a BA. Si percorrevano strade interminabili su carri trainati da animali attraverso lande desertiche e paurose. Hic sunt leones.

Con il loro misero bagaglio (il peso più grande era/è dentro al cuore), tra le poche cose nella valigia spesso portavano le sementi e le piante di vite delle loro zone. In meno di un secolo Mendoza si è affermata come capitale del vino argentino e americano. Le oltre mille aziende producono, dicono gli esperti, un vino ottimo, assolutamente in grado di reggere il confronto con quelli europei.
Però quanta fatica, quanto dolore a partire dagli indigeni ad arrivare ai nostri emigranti.

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Oggi ho cambiato soldi, euro in pesos argentini: è un’esperienza singolare. L’avevamo già fatto in aeroporto presso il banco de la nacion argentina: ci diedero 888 pesos per un euro. Le volte successive cambiammo En la calle (per strada) da ragazzi che ti avvicinano assolutamente alla luce del sole cantilenando “cambio, cambio”. Ci pagarono da 1000 a 1080 pesos per un euro: differenze del 20%, mica poco!

Un argentino incontrato negli scorsi giorni, verrà a breve a Pesaro a trovare la figlia, quando gli raccontammo l’esperienza del cambio ci disse, ridendo forte, “TE CAGARON! l’euro vale da 1200 a 1300 pesos”. E si, proprio me cagaron, che in catalano significa “ti hanno fregato”: come dargli torto, dalla banca nazionale poi. Come non ricordare tonino carotone con la sua “Me cago en el amor!”. In cambio di due banconote da 50 euro me ne hanno date 105 da 1000 pesos, una mazzetta di due centimetri di spessore.

A Mendoza manifestazione di lavoratori della sanità contro la privatizzazione degli ospedali e per l’aumento di salario (ricordate livello d’inflazione?).

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Parlo con molti di loro che mi spiegano le ragioni, ad un c’ero punto uno comincia molto interessato a chiedere delle bici, di noi, del giro … Scopriamo che è uno psichiatra proprio a conferma che le biciclette attraggono soprattutto i bambini, le persone buone, gli anziani, i matti e, da oggi, anche quelli che i matti li curano.

Un caro saluti a tutti e, state in campana.

Pubblicato il 06 Marzo 2024
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