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In bici ai 3854 metri del passo di Las Cuevas, tra Argentina e Cile

Il viaggio di Carlo Motta ed Enzo Bernasconi raggiunge la sua "Cima Coppi", sul confine andino tra Cile e Argentina

La bicicletta argentina 7 marzo

Tappa importante per “la bicicletta argentina”, l’avventura di Carlo Motta ed Enzo Bernasconi, partiti  a fine febbraio da Cuggiono (anche) sulle tracce degli emigranti che lasciarono la pianura lombarda sulle sponde del Ticino per andare in Argentina, ma anche alla scoperta del Paese di oggi, anche grazie al legame con le radio comunitarie.
Il racconto è di Carlo Motta.
Qui tutte le puntate

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Jueves 7 de marzo
Las cuevas-cristo_redentor-uspallata
Tratta da 104 km e 1200 metri di salita e 2000 metri di discesa.

Oggi si sale al passo di Las Cuevas, 3854 metri di altitudine, Cima Coppi del nostro giro.
Usciamo del rifugio portenzuelo del viento che son quasi le 8, non fa molto freddo, c’è vento ma non eccessivo ed il sole comincia a mandare luce anche in questo angolo sperduto.
Partiamo per affrontare gli 800 metri di dislivello che in circa 7 km ci porteranno al passo dalla strada che, sino alla costruzione del tunnel internazionale, collegava argentina e cile.
La strada parte subito in salita, ha il fondo sterrato (ripio, come dicono da questa parti), non passa nessuno e siamo in alta montagna: mi sento a casa nonostante la distanza.

Si sale tutto sommato agevolmente e anche “dove il sole del.buon dio non dà i suoi raggi” e “il vento soffia ancora” si sta abbastanza bene. Su queste montagne completamente spoglie di vegetazione e insediamento umano sono sempre i colori a farla da padrone: per un momento mi pare di essere al mio posto, in questo posto fuori dal mondo. È in salita, per me in quella più lontana dalla presenza umana e senza asfalto, che si trova l’essenza del.ciclismo, è in queste condizioni che questo sport si innalza, si sublima.
Quasi al culmine dell’ascesa riusciamo anche a collegarci in diretta con Radio Popolare di Milano: che meraviglia la tecnologia quando non viene usata per uccidere e rovinare il pianeta!

Arriviamo al passo dove sapevamo di trovare oltre ad una piccola costruzione dell’esercito argentino e ad una baracca con bevande calde un enorme monumento dedicato al Cristo Redentor de los Andes.
La statua, “monumento istorico binacional por la paz del mundo” fu posta nel 1904 proprio al confine tra Argentina e Cile per ricordare la composizione pacifica delle contese tra i due paesi. La dimensione è impressionante, una croce di sette metri retta da un cristo alto sei il tutto posato su un basamento alto cinque; fate i conti, son 12 metri per, ci dicono i ben informati, 3600 kg di peso. La statua arrivò a Uspallata in treno e da li trasportata dai muli (poveracci) sino in cima al passo; ai lati della statua sventolano le bandiere dei due stati.

Monumento oggi più che mai significativo perché una replica è posizionata al palazzo della pace dell’Aia dove si riunisce la corte internazionale di giustizia. Dal passo si gode una magnifica vista sull’Aconcagua ricoperta di neve, sembra lì a due passi! Con i suoi quasi 7000 metri è la cima piu alta delle americhe:

Per il significato del nome c’è solo limbarazzo della scelta: Sentinella di pietra, guardiano di pietra oppure la grande roccia che guarda intorno, e penso altri ancora. Ognuno scelga quello che più gli piace.
È tempo di andare e mi scapicollo in giù alla velocità massima che consentono le gomme strette e praticamente senza battistrada e la forcella rigida: dovrò pur testare il comportamento della bicicletta nelle varie situazioni: divertimento puro!

Un caffè, sempre pessimo, al rifugio e ripercorriamo.a ritroso la strada di ieri sino a Uspallata. Il vento veramente forte ci spinge da dietro ma a volte gira e ce lo troviamo di lato ad un’intensita’ tale che si fa fatica a mantenere in assetto la bici.Guidiamo molto tesi anche per la continua presenza dei grandi camion.
Arriviamo a Uspallata stanchi ma felici, le Ande, queste montagne meravigliose, ci hanno accolto e trattato bene: sono convinto tratteranno bene anche voi!
Un caro saluto e, state in campana.
Carlino

Pubblicato il 10 Marzo 2024
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