Il nido Bossi ricorda Maria Carla: “Quel che siamo e saremo lo dobbiamo anche a lei”
Commozione e gratitudine nel giorno in cui viene inaugurata la grande opera che ricorda l'educatrice scomparsa nel 2020: un segno per ricordarla e celebrare la comunità che educa e fa fiorire i bambini
C’era davvero tanta commozione e gratitudine, nel giardino dell’asilo Bossi, sotto il caldo sole di primavera: un momento speciale per tutti, l’inaugurazione dell’opera che ricorda Maria Carla Bollettin, educatrice del nido, professionista amata, capace di trasmettere valori e pratiche alle educatrici che si affacciavano alla professione.
L’opera in ceramica dell’artista Tino Sartori raffigura i bambini al centro di una sorta di città ideale, ispirata proprio da un disegno di Maria Carla, realizzato nel 2020: un’opera che sintetizza anche la storia dell’educatrice.
Una storia la sua che si fa racconto tramandato, lo testimonia la presenza in un giorno di festa di tanti colleghi, amici, ma anche alcune famiglie che le avevano affidato i loro figli. La attuale coordinatrice Sabrina Ricci l’ha ricordata come «una professionista che ha attraversato tanti cambiamenti necessari», che ha «saputo sempre accogliere le nuove giovani colleghe» trasmettendo competenze ma anche valori. «Un pezzetto di quel che siamo e saremo lo dobbiamo anche a lei».
Personale il ricordo della famiglia, mentre il sindaco Maurizio Colombo ha voluto riucordare che era stata insignita del Giunta d’oro, l’onorificienza cittadina, e ha evocato lo spirito del giuramento che i dipendenti comunali allora pronunciavano.
L’opera di Tino Sartori
L’opera del ceramista è ispirata a «un disegno realizzato da lei, che è piaciuto molto alle colleghe», racconta Sartori, amico dell’educatrice. «H pensato alla figura di Maria Carla, una persona metodica, coerente, capacità di quotidianità, attenta. La geometria e l’ordine della città raffigurata richiamano questi elementi del suo carattere. I fiori richiamano lo spirito positivo e costruttivo, la capacità di custodire la primavera dei bambini, di farli crescere. E qui la presenza dei bambini diventa il cuore pulsante della città».
La visione della città, nelle sue diverse componenti, diventa per Sartori «un richiamo anche alla città rinascimentale», che metteva al centro realtà attente ai più poveri, individuate come elemento centrale del costruire la città ideale. «Pensiamo allo Spedale degli innocenti a Firenze o la Ca’ Granda a Milano, il primo ospedale per i poveri. Esiste in quella città un pensiero capace di inclusione, dei bambini, dei poveri, di chi ha bisogno».
Un’opera di grande valore e anche di grande impatto, anche per le dimensioni, 2,50 metri per 90 centimetri di altezza, nel giardino dell’asilo.
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