A Busto Arsizio 700 minori tolti alle famiglie. Nuove forme di affido “leggero” per uscire dal disagio
Li chiamano i figli del sindaco e sono sempre di più a causa della crisi del sistema famiglia. L'assessore Reguzzoni e la cooperativa Proges lanciano nuove forme leggere di affido per aiutare figli e genitori
A Busto Arsizio ci sono 700 figli del sindaco e il costo del loro mantenimento è di circa 3 milioni di euro all’anno. Stiamo parlando di tutti quei bambini/e, ragazzi/e che vengono allontanati dai nuclei famigliari e affidati dal tribunale al Comune che se ne fa carico. Sono numeri in vorticosa crescita che disegnano una vera e propria emergenza.
Il sistema famiglia in crisi
«II post pandemia sanitaria, l’impoverimento delle relazioni comunitarie, l’amplificazione della povertà educativa e la crisi del sistema famiglia negli ultimi anni hanno portato ad un incremento delle situazioni in carico ai Servizi Sociali e l’aumento conseguente della spesa sociale» – spiega l’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni che non nasconde anche qualche criticità ed eccesso nel fare segnalazioni.
Chi entra nel circuito dei servizi sociali ci rimane per lungo tempo
«I numeri crescono in maniera esponenziale e non fatico a credere che a questo ritmo arriveremo a mille minori entro il prossimo anno – prosegue Reguzzoni -. In 15 anni siamo passati da numeri a due cifre ad oltre 700. Chi entra nel circuito dei Servizi Sociali, inoltre, non ne esce quasi mai nemmeno in età adulta. Quasi metà sono stati allontanati per abusi psicologici da parte dei genitori in fase di divorzio o a causa dell’abuso di alcol e sostanze stupefacenti».
Lo sviluppo di nuove forme di affido
Diventa, dunque, sempre più importante per le amministrazioni lo sviluppo di un buon sistema di affido famigliare e per questo l’assessore, insieme alla cooperativa Proges ha deciso di implementare nuovi strumenti di affido come ad esempio il cosiddetto sostegno “leggero” per poche ore settimanali o per i week end. Nel frattempo, la famiglia d’origine viene supportata e seguita dai Servizi territoriali per sostenerla nel pieno recupero delle capacità genitoriali. L’affiancamento famiglia con famiglia/vicinanza solidale invece prevede che una famiglia solidale sostenga e aiuti una famiglia in temporanea difficoltà coinvolgendo i soggetti di entrambi i nuclei attraverso un approccio family-centered e asset-based: dove cioè la centralità dell’intervento passa dal bambino all’intero nucleo familiare e le sue risorse poiché il minore stesso rimane, di fatto, presso la propria famiglia di origine. Si tratta di un intervento spesso preventivo e basato su aiuti di tipo solidale ad impronta comunitaria (ad es vicinato, scuola,
genitori di associazioni sportive etc).
Chi si può candidare come risorsa?
Possono candidarsi single, coppie, famiglie, coniugati e non. Non ci sono limiti legati all’età, all’orientamento sessuale o alla religione/etnia. Ogni progetto è personalizzato e “sartoriale”, creato cioè su misura. Chi contattare per saperne di più? E possibile scrivere a questa mail: servizioaffidi@comune.bustoarsizio.va.it
Un incontro pubblico per saperne di più
Se ne parlerà ad una serata aperta al pubblico a cui l’assessore invita chiunque voglia scoprire il mondo dell’affido: «L’incontro sarà il prossimo 27 maggio dalle 18.00 alle 20.00 presso la sala dell’oratorio San Luigi, durante il quale saranno distribuiti opuscoli informativi sulle diverse forme attivabili e saranno raccontate diverse testimonianze. Ulteriori eventi sono calendarizzati per giugno».
Stimolare una comunità educante
Marica Mainolfi, educatrice della cooperativa Proges, spiega il progetto: «Vogliamo stimolare una comunità educante coinvolgendo le associazioni che lavorano sul territorio. Costruire una rete a maglie strette per supportare il comune nel difficile compito di cura. Il quadro nelle famiglie è diventato sempre più complesso. Oltre ai problemi economici abbiamo problemi di povertà educativa. Quello che va capito è che l’affido è temporaneo quindi l’accompagnamento del minore e della famiglia di origine ha un inizio e una fine. L’idea di affiancamento famigliare è un nuovo modo di far fronte ai problemi del nucleo».
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