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Cinquecento ragazze e ragazzi in corteo per la Palestina a Busto Arsizio

Convocata dagli studenti di Busto e Gallarate, la manifestazione di sabato ha segnato una ripresa visibile della mobilitazione per la Palestina. Anche qui protagoniste le richieste di boicottaggio accademico che hanno animato anche gli atenei italiani

Palestina Busto Arsizio

Oltre cinquecento studenti e altri manifestanti hanno sfilato sabato pomeriggio a Busto Arsizio, in solidarietà con la Palestina occupata, contro il conflitto in corso e contro la “criminalizzazione del dissenso popolare”.

Una mobilitazione partita dagli studenti di Gallarate, Busto Arsizio e dintorni, che ha visto in effetti tanti giovani e giovanissimi protagonisti, come non si vedeva dall’autunno scorso, in provincia.

“Con il popolo palestinese, contro tutte le guerre e la militarizzazione di scuola e società” era lo striscione che apriva il corteo, che ha percorso il lungo viale alberato nel cuore della città.

La manifestazione chiedeva di interrompere “ogni relazione con lo stato terrorista e genocidi di Israele e con l’apparato militare di qualsiasi genere”, come si leggeva sul volantino che annunciava l’iniziativa.

Gli obiettivi, riecheggiati anche negli striscioni, erano il No alla militarizzazione di scuole e università, il boicottaggio accademico dello Stato di Israele, lo stop alle collaborazioni di scuole e università con aziende produttrici di armi, materiale e tecnologie ad uso bellico, lo “stop alla criminalizzazione del dissenso popolare”. Parole d’ordine simili a quelle che hanno risuonato nelle manifestazioni in tutta Italia e ancora più all’estero (qui un racconto da Amsterdam).

protesta Palestina Busto

La protesta degli studenti ha segnato una significativa ripresa delle iniziative per la Palestina in provincia: se infatti a novembre si era vista a Varese una grande manifestazione animata da ragazze e ragazzi (con oltre mille presenze e una forte partecipazione di “seconde generazioni”), altri presìdi e proteste convocate nei mesi successivi avevano avuto meno impatto, soprattutto per quanto riguarda il contributo dei più giovani.
Anche se va detto che nel frattempo molti universitari, soprattutto nel Basso Varesotto, hanno animato le diverse iniziative – cortei ma anche le “tende” negli atenei – a Milano.
In ogni caso il corteo di sabato ha dato un segnale di ripresa della mobilitazione visibile anche fuori dalla metropoli.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 03 Giugno 2024
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