Quale futuro per le strutture sanitarie dismesse dopo l’ospedale unico Busto e Gallarate? Una mozione di Luca Ferrazzi
La mozione chiede un piano dettagliato per la riqualificazione delle aree liberate e la garanzia della continuità dei servizi sanitari durante la fase di transizione
Cosa sarà delle strutture dismesse quando l’ospedale unico di Busto e Gallarate nascerà? Quale sarà il destino di quelle aree? Domande alle quali occorre dare risposte: lo chiedono amministrazioni comunali e cittadini.
È questo l’argomento portante di una mozione presentata al Consiglio Regionale della Lombardia da Luca Ferrazzi, rappresentante di Lombardia Migliore in consiglio regionale, e firmata da Samuele Astuti (Pd) e Giuseppe Licata (Italia Viva). Nel documento si solleva una questione cruciale riguardante il futuro delle strutture ospedaliere esistenti dopo la costruzione del nuovo ospedale unico di Busto Arsizio e Gallarate. Questa iniziativa nasce dalla necessità di chiarire cosa accadrà ai plessi ospedalieri che verranno dismessi una volta che il nuovo centro sarà operativo.
«Sono preoccupato per le non scelte fatte rispetto a questa questione – dice Ferrazzi – Visto che la scadenza del 2028 per la realizzazione dell’ospedale unico non sarà rispettata e si parla ora del 2030, mi domando se almeno non sia arrivato il momento di coordinare l’attività territoriale. In questi anni abbiamo sentito dichiarazioni discordanti, di scritto non c’è nulla. Noi crediamo però che i cittadini che hanno raccolto quelle 13 mila firme per chiedere servizi territoriali efficienti e sicuri meritino una risposta».
«Durante l’audizione del 21 novembre 2023 in III Commissione Sanità, relativa all’Accordo di Programma per la realizzazione del nuovo ospedale unico, il direttore generale Welfare della Regione Giovanni Pavesi, ha dichiarato che l’accordo è stato principalmente incentrato sulla costruzione del nuovo ospedale, senza specificare la destinazione d’uso delle strutture che verranno liberate. Pavesi ha sottolineato che “l’utilizzo delle aree e delle strutture dei vecchi ospedali sarà oggetto di singoli accordi di programma promossi dalle singole amministrazioni comunali”. Questo significa che ogni amministrazione locale dovrà valutare e decidere come riqualificare e utilizzare le vecchie strutture ospedaliere».
Ferrazzi ha richiamato poi l’attenzione sul fatto che, secondo l’Accordo di Programma, l’obiettivo principale è la realizzazione di un nuovo ospedale “come centro di riferimento territoriale unico, capace di soddisfare una domanda sanitaria di media/elevata complessità”. «Nel nuovo ospedale saranno concentrate tutte le attività attualmente distribuite nei presidi esistenti. Inoltre, i comuni di Busto Arsizio e Gallarate sono tenuti, come riportato nell’accordo, a “sottoscrivere Accordi di Programma per la riqualificazione urbana delle sedi degli attuali ospedali”, garantendo così la rigenerazione e valorizzazione delle aree liberate, mantenendo funzioni sanitarie territoriali».
In considerazione di queste premesse, la mozione presentata da Ferrazzi chiede al Presidente della Regione e alla Giunta Regionale di stipulare accordi di programma chiari e puntuali: «Le amministrazioni comunali devono ricevere indicazioni precise sulla condizione di mantenimento delle funzioni sanitarie territoriali all’interno della riqualificazione urbana delle sedi degli attuali ospedali anche rimodulando le attuali previsioni dei presidi territoriali, case di comunità e ospedali di comunità».
Chiede inoltre di garantire continuità operativa durante la transizione: «È fondamentale assicurare che le strutture esistenti possano continuare a rispondere adeguatamente ai bisogni della popolazione fino alla realizzazione del nuovo ospedale. Questo richiede un’attenta gestione delle risorse e delle operatività attuali».
Infine si invita l’ASST Valle Olona ad impegnarsi nella stipula di convenzioni con le università che ospitano le facoltà di medicina e chirurgia, per inserire gli specializzandi nell’organico in servizio, migliorando così il supporto al personale esistente.
«La mozione verrà discussa martedì – conclude Ferrazzi – Vogliamo mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità. La decisione di non scegliere, mai come in questo caso, è grave ed irrispettosa».
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