Salvini a Samarate per Puricelli: “Dall’altra parte hanno paura”
"Il capitano" sceglie la piazza di San Macario, nel giorno del via libera all'autonomia differenziata. Dal palco l'appello a mobilitarsi per il ballottaggio
A Samarate è la sera del “capitano”, Matteo Salvini, venuto a sostenere Enrico Puricelli. Arriva nel giorno dell’approvazione dell’autonomia differenziata, tema che qui va bene per parlare anche alla vecchia Lega, quella delle origini.
Al tema nazionale dedica tutta la prima parte del suo discorso, presentando la riforma autonomista come una prima tappa, cui ne seguiranno altro come la riforma elettorale.
Applaudono i 150-200 presenti nella piccola piazza nel cuore di San Macario, la frazione che alla Lega dà più soddisfazione ma in cui ha anche ottenuto più voti anche Luca Macchi, il candidato di Samarate al Centro che oggi il centrodestra vede come fumo negli occhi, perché si è schierato dalla parte di Alessandro Ferrazzi, il candidato di centrosinistra che però ha ampliato di molto la sua coalizione per il ballottaggio.
La polemica sulla “ammucchiata”, come il centrodestra chiama l’alleanza alternativa a Puricelli, torna subito negli interventi introduttivi.
Francesco Carbone, commissario di Fratelli d’Italia ripropone la interpretazione ‘personalistica’ della sfida al ballottaggio: “quattro candidati che si uniscono per combatterne un altro che è da solo non si sono mai visti in politica”.
L’europarlamentare Isabella Tovaglieri, affiancata dal segretario provinciale leghista Andrea Cassani, lancia in modo chiaro l’appello alla partecipazione al voto: “A noi i ballottaggi ci hanno sempre penalizzati, perché noi siamo elettori liberi, non truppe cammellate”.
L’ex sindaco Tarantino assicura che molto si è fatto e i risultati verranno, “non fatevi distrarre dalle erbacce sui marciapiedi, ci siamo concentrati su progetti che daranno i loro frutti, Samarate sarà più bella”.
In piazza militanti storici, qualche rinforzo da fuori soprattutto dalle file della Lega (Speroni, l’ex sindaco di Sesto Marco Colombo reduce dalla sconfitta, i leghisti gallaratesi), molti sostenitori convinti, qualche curioso, tanti ragazzini che si fanno selfie e insistono a comparire nei filmati dei giornalisti.
Salvini assicura che la Lega territoriale esiste ancora ed è ancora il cuore del partito: “La Lega non è di Vannacci, è dei territori. Che punta a vincere a Samarate, con 500 sindaci in Lombardia e in tutta Italia”.
Davanti ai samaratesi snocciola località: “Vergiate, Samarate, Gallarate”, dice con un po’ di ironia. Torna sulla alleanza larga che sfida Puricelli, il candidato sindaco che si commuove di fronte alla sua “famiglia” politica con cui è cresciuto.
“Dall’altra parte hanno paura, si sono messi tutti insieme senza avere una idea di città”. E per criticare l’alleanza del centrosinistra con i pentastellati a Smaarate, paradossalmente ricorda gli anni in cui era vicepremier di Giuseppe Conte: “Noi ci abbiamo governato, con i Cinque Stelle. Se facevamo l’autonomia con i Cinque Stelle nel 2050 eravamo ancora qua”.
Altro riferimento alla polemica locale sulla uso della parola guerra: “Ho sentito che la sinistra parla di guerra. La guerra lasciamola lì, anzi evitiamola”. Poi si va a mangiare, risotto ai tavoli all’ombra della statua di padre Daniele, il missionario che da San Macario un secolo fa e più è andato in Brasile.
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