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Al San Giovanni Bosco di Busto una stagione teatrale “caleidoscopica” e per tutti

Pronto il cartellone della Stagione di prosa 2024/2025 del teatro di via Bergamo. Tra teatro civile, riletture dei classici, commedie brillanti

Busto generiche

Sarà una stagione «caleidoscopica», in grado di unire commedie brillanti e teatro civile, classici e testi reinventati. Così Laura Negretti, di Teatro in Mostra, definisce il cartellone della Stagione di prosa al Teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio: «Questo è il secondo anno che curiamo la programmazione qui al San Giovanni Bosco, sono contenta perché è la conferma della crescita notevole del numero di spettatori che abbiamo visto, spettacolo dopo spettacolo, nella scorsa stagione».

«Non è semplice decidere fare una stagione con cinque titoli, impegnativa, che si affianca anche a una stagione di teatro per famiglie e una stagione di cabaret» continua Negretti. «Una programmazione caleidoscopica, che unisce teatro civile, commedia brillante, una commedia d’amore». Stagione distribuitatra l’autunno 2024 e inizio primavera 2025, «tutti gli appuntamenti saranno di venerdì, tranne l’ultimo, il 5 aprile, che è di sabato»

Si parte l’11 ottobre: «Inauguriamo con Plasticamare, in anteprima nazionale assoluta: è uno spettacolo a cui tengo particolarmente, perché tocca il tema ambientale. Che è un tema complesso, più ci ragionavo più sembrava tutto molto già ascoltato. Poi da appassionata dei classici mi sono imbattuta, rileggendolo, nel Vecchio e il mare di Hemingway. Partendo dal tema, nel romanzo, del rispetto dell’uomo verso la natura, si passa poi a un pescatore 4.0 che perderà tutto per la stupidità e l’ingordigia dell’uomo».

Una rilettura attualizzante di un classico del Novecento: «Abbiamo già tante richieste per questo spettacolo, che vanta anche una scenografia basata su plastica di recupero, ideata da Armando Vairo. La regia è di Omar Nedjari: per me è una collaborazione inedita, anche se lo conosco da anni, mentre la drammaturgia è di Marco Filatori con cui c’è una collaborazione ormai ventennale».

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Dopo il debutto a ottobre, a novembre (venerdì 8) sarà proposta un’altra rilettura di un classico, Antigone, la tragedia di Sofocle «proposta con un adattamento godibile anche a chi non frequenta la tragedia greca» continua Negretti. «Il regista ha scelto di mixare il teatro di parola con il teatro danza».

Per San Valentino, la festa degli innamorati del 14 febbraio, sarà in scena lo spettacolo “In arte Liala”, dedicato alla vita della più famosa scrittrice italiana di romanzi rosa. Un testo che nasce da un’intervista «fatta alla poetessa, quando ormai era novantenne, da uno dei più controversi intellettuali italiani, Aldo Busi». Un testo che porta in scena la sua vita e il rapporto di cui era innamorata, l’aviatore Vittorio Centurione Scotto, «che scomparirà in un incidente sul lago di Varese mentre lei era in Ungheria per ottenere il divorzio».

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A ridosso della giornata per il contrasto alla violenza sulle donne, il 7 marzo sarà proposto Barbablù 2.0, che racconta la violenza più diffusa e meno visibile, quella che si consuma tra le pareti della propria casa «ed arriva dalle mani di chi dovrebbe amarti e accarezzarti e invece ti annienta non solo fisicamente ma anche psicologicamente e moralmente». Uno spettacolo che inizia con atmosfere molto comedy che lentamente scivolano nel thrilling, per chiudersi poi con un finale sorprendente.

«Chiudiamo infine ridendo, ad aprile, con No, non è gelosia, lo spettacolo con cui avevamo debuttato al Manzoni l’anno scorso: tratto da Ettore Scola, è la storia di un mènage à trois all’italiana ambientato nella Milano dei quartieri popolari negli anni Settanta, di fronte anche alle prime inquietudini di fronte al costo sociale e ambientale dello sviluppo industriale e consumistico. Ritorna così ancora il tema della cura dell’ambiente che apriva la stagione con Plasticamare. Ma è un tema che sta in sottofondo, dentro a una commedia quantomai divertente.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 04 Settembre 2024
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