Dopo la “estate del dito medio”, a Gallarate le opposizioni promettono: “Meno palazzo e più strade”
Il dito medio del sindaco Cassani in via Curtatone viene preso come simbolo dell’atteggiamento su tanti temi. E ora le opposizioni pensano a cambiare modo di agire
“Una estate sui generis, perché abbiamo seguito diverse vicende gallaratesi. E potremmo dire: è stata l’estate del dito medio”.
Cesare Coppe, consigliere comunale della civica Città è vita, si riferisce al dito medio che il sindaco Andrea Cassani ha rivolto ai manifestanti di via Curtatone, a inizio agosto.
Atteggiamento che le opposizioni – in conferenza stampa unitaria – rivedono nell’approccio a tante questioni: non solo la vicenda di via Curtatone e del progetto Grow29 (“raffreddato” dall’intervento del Prefetto) ma anche ad esempio “lo sgombero di via Torino, il protocollo di senzatetto a Malpensa sui cui ancora una volta è dovuto intervenire il Prefetto”, nella vicenda dei murales davanti al Gadda-Rosselli, ma anche nel confronto nell’ultimo consiglio estivo, quello sul destino delle aree dell’ospedale Sant’Antonio Abate.
La conferenza stampa si tiene proprio davanti al muro oggi grigio dove – a inizio estate – ancora campeggiavano i murales dichiarati abusivi. “La copertura dei murales dei ragazzi è una scelta pericolosa, difficile da comprendere: cancellare un’espressione collettiva e sociale” dice Sonia Serati, di PiùGallarate.
“L’oppressione a ogni forma di espressione significa reprimere il disagio. Serve invece offrire una alternativa perchè ci possa essere una espressione sociale e culturale”.
Non è che su tutti i temi le opposizioni la pensino allo stesso modo. Ma “le differenze tra le diverse forze politiche di opposizione sfumano di fronte a quanto stiamo assistendo”, chiarisce subito Massimo Gnocchi, Obiettivo Comune Gallarate.
“Da terza città della provincia rischiamo di diventare i primi in negativo”. E cita come esempio la tassa di soggiorno, “cortocircuito di un centrodestra che mette tasse”.
Cita poi il tema ospedale, con lo scontro in consiglio comunale e l’atteggiamento di chiusura che le opposizioni contestano alla maggioranza.
Altro tema: “Il decesso all’8 luglio delle consulte rionali, dopo una malattia durata a lungo” dice con ironia Carmelo Lauricella, riepilogando in modo originale il progressivo ridimensionamento (fino alla cancellazione) degli strumenti intermedi di partecipazione.
“Il consigliere Galluppi ha detto che ben altre sarebbero state le forme partecipative nel progetto Grow29, che stiamo ancora aspettando” continua Giovanni Pignataro, capogruppo Pd.
Altro fronte? Lo porta il consigliere Pd Gianpaolo Bonetti: lo sgombero del palazzo inabitabile di via Torino. O meglio: la mancata gestione delle conseguenze: L’assessore ai disservizi sociali è intervenuta dopo lo sgombero e tardivamente. Il Comune si è disinteressato a questi cittadini gallaratesi, li ha lasciati soli, dicendo che il Comune non c’entrava nulla con la truffa di cui sono stati vittime”
Giovanni Pignataro vede un carattere comune: una“assenza completa di programmazione e di visione della città”. Esempio? “Cancelliamo i murales e non abbiamo neppure un regolamento che li normi. Manca ogni strumento di partecipazione, si dice che che partecipazione è mandare mail”.
E da ultimo il tema della sicurezza che viene legato alla mancanza di visione di vocazione e di politica urbanistica: “Una città fatta solo di bar e locali è una città che di giorno è morta e che la sera vede continui problemi di sicurezza” continua Pignataro.
“Si va avanti indicando nemici ma intanto non si va avanti su nulla. A differenza di altri”. E fa l’esempio di un’altra amministrazione di centrodestra: “Guardiamo ad esempio a quello che sta facendo Busto, sulla pedonalizzazioni e sulla mobilità. Noi invece restiamo fermi rischiamo di diventare periferici e senza un’anima”
Cesare Coppe sottolinea anche una responsabilità collettiva della maggioranza, al di là del sindaco: “È anche il momento che non solo il sindaco ma anche gli assessori si prendano la propria responsabilità, a partire da servizi sociali e sicurezza”.
In consiglio da dove riprenderà l’attività delle minoranze?
C’è già una mozione ancora da discutere, ricorda Pignataro. Ma tutti sono concordi nel riconoscere una ‘lezione’, per così dire, appresa in questa lunga estate: “Per quello che abbiamo visto questa estate in consiglio comunale, dico una cosa forte: le iniziative non possono più passare in consiglio, ma fuori, tra i cittadini. Anche l’esperienza di questa estate ci mostra che i cittadini poco sanno di quanto avviene in consiglio, delle critiche e delle proposte portate da noi , degli interventi dell’amministrazione”.
Insomma: meno palazzo e più strade, questi sono i propositi delle minoranze per l’autunno.
Di seguito anche il lungo e duro comunicato congiunto delle forze di minoranza:
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L’estate del dito medio
Bilancio di una calda estate politica
Se c’è un’immagine, una foto, che fissa ogni momento della storia, certamente quella che segnerà questa calda (ed anomala) estate politica gallaratese è quella del Sindaco che mostra il dito medio ad alcuni cittadini.
Poco importa se davanti a sé avesse semplici cittadini, contestatori, cittadini di altri comuni, manifestanti: questa è la plastica rappresentazione dell’amministrazione comunale di Gallarate, purtroppo.
Tolta l’immagine di copertina, sfogliando le pagine della vita cittadina delle ultime settimane ci troviamo ancor più preoccupati per la situazione in cui versa la nostra Città ed il clima che qui si respira.
Gallarate ha impegnato il Prefetto su diversi fronti: dapprima per lo sgombero della palazzina di via Torino, una vicenda disarmante per il lassismo dei Servizi sociali cittadini, per il trattamento indegno subito da alcune famiglie con minori e per le dichiarazioni inumane rilasciate dal Sindaco.
È stato poi il momento del Protocollo per la gestione senzatetto a Malpensa, che ha reso del tutto evidente il ruolo marginale ed irrilevante in cui si è confinata Gallarate. Il Sindaco ha rinunciato ancora una volta ad un ruolo da capofila per Gallarate disertando le riunioni e vestendo i panni – personalissimi – del Bastian contrario.
Infine, il taglio del bosco di via Curtatone per l’avvio dei cantieri legati al progetto Grow29: una vicenda tuttora aperta, figlia della mancanza di percorsi partecipativi per la cittadinanza e del rifiuto categorico ad ogni proposta migliorativa da parte delle minoranze.
La Città è sempre più allo sbando sulla sicurezza: questa è stata l’estate delle risse, degli atti violenti, degli incidenti stradali. Su questo fronte, croce e delizia della comunicazione di questa Giunta, non c’è alcuna strategia se non quella di negare il problema o demandare le responsabilità.
Questa è stata l’estate dei tavoli sul futuro della sanità locale, deciso da pochi nei palazzi del potere.
Questa è stata l’estate degli insulti e delle denigrazioni, per la quale una Consigliera ha presentato le proprie dimissioni.
Questa è stata l’estate del “con me o contro di me”, l’estate dell’uomo solo al comando, l’estate dei dati interpretati a proprio vantaggio, l’estate degli scaricabarile e delle deresponsabilizzazioni.
Questa è stata l’estate delle mozioni di minoranza rigettate, senza alcuna discussione o dichiarazione, da parte della maggioranza.
Questa è stata l’estate della bellezza negata, dei progetti sociali ed espressivi cancellati con una mano di vernice grigia sul muro di via De Albertis.
Questa è stata l’estate dell’implicita abolizione delle consulte rionali da parte della maggioranza, un atto di negazione alla partecipazione ed all’ascolto del territorio.
Questa è stata un’estate senza asfaltature, segno che si prediligono le grandi opere alla manutenzione ordinaria e cura delle opere già esistenti.
Questa è stata la nona estate da Sindaco per Andrea Cassani, ma ancora è colpa di “chi c’era prima”.
La Città vive alla giornata ed è sotto gli occhi di tutti; non vi è alcuna volontà pianificatoria, alcuna prospettiva e strategia di sviluppo. Tutto è subordinato alla realizzazione di opere, il più delle volte calate dall’alto, la cui utilità e sostenibilità sono tutte da dimostrare.
Si badi, non siamo rosiconi, gufi, oppositori: siamo gallaratesi che pretendono di più per la nostra Città e che, più di altri, hanno l’evidenza che non ci sia la volontà di creare i presupposti per un futuro realmente migliore.
Rivendichiamo una città che guardi avanti con coraggio, che sappia immaginarsi proiettata nel futuro, una città in cui gli ultimi siano tutelati e non svantaggiati se non addirittura derisi, in cui il confronto abbia la meglio sulle logiche partitiche, in cui il bene comune abbia la meglio sull’interesse di parte; una Gallarate in cui non ci sia spazio per gli insulti e le minacce, in cui si faccia rete tra le diverse parti sociali, in cui la critica apra spazi di dialogo e non alzi muri, vogliamo una città che sappia ricucire le proprie ferite e non laceri ulteriormente il proprio tessuto.
Da parte nostra continueremo a onorare il nostro mandato di consiglieri di minoranza con serietà e spirito di servizio. Non possiamo tuttavia tacere la crescente preoccupazione e denunciare le mancanze di Sindaco ed Assessori.
È giunto il momento che ognuno, per quanto di sua competenza, si prenda le proprie responsabilità ed agisca, per il bene di Gallarate. Lo chiediamo noi, lo chiedono i cittadini: un dito medio non vale una risposta.
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