Cambia la giunta a Busto Arsizio ma anche il consiglio comunale. I nuovi nomi e le possibili trappole per Antonelli
Dai "problemi" al locale gestito dal neo assessore al Commercio Matteo Sabba alle difficoltà di tenere a bada il "discolo" Attolini. Per il sindaco di Busto Arsizio la fine del rimpasto non è sinonimo di serenità
Il rimpasto di giunta a Busto Arsizio che ha portato ad una mezza rivoluzione nella squadra del sindaco Emanuele Antonelli apre le porte del consiglio comunale a quattro candidati delle liste di maggioranza che non erano riusciti ad entrare subito dopo le elezioni del 2021.
I quattro nuovi nomi sono quelli di Francesco Attolini di Fratelli d’Italia, Francesca Gallazzi e Roberto Felli della lista Antonelli Sindaco e Livio Pinciroli eletto con la Lega ma dalla quale si è poi allontanato (sarà interessante sapere dove si collocherà in consiglio comunale).
La nuova giunta, però, parte già con una polemica relativa al neo assessore alla Sicurezza e al Commercio Matteo Sabba. Da qualche anno, infatti, riveste il ruolo di gestore del chiosco del parco Comerio attraverso un’associazione e proprio di recente il locale ha subito alcuni controlli da parte di enti delegati al rispetto delle normative sul personale e la sicurezza che hanno fatto dei rilievi.
Argomenti che sono subito rimbalzati negli ambienti vicini alla politica e che hanno fatto storcere il naso a qualcuno. D’altra parte lo stesso sindaco ha comunicato la nuova giunta piuttosto in sordina, senza dare la possibilità ai nuovi componenti di presentarsi, evitando anche possibili domande scomode.
Basti pensare all’ingresso in consiglio del “discolo” Francesco Attolini che, solo pochi mesi fa, era stato costretto a lasciare il suo incarico in Agesp Energia in seguito alla pubblicazione di un post con una foto di una montagna che aveva le sembianze del volto di Hitler. Come non dimenticare, inoltre, il post pubblicato nei giorni in cui il Campo dei Fiori di Varese bruciava a causa di un devastante incendio in cui commentava “che bello non vedere più Varese”.
Se queste sono le premesse il sindaco avrà un bel da fare nei suoi ultimi due anni di mandato.
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