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Dignità

di Carlo Zanzi

“Dammi qualche consiglio, qualche dritta. La morte s’avvicina e non sono preparato. Sei un amico.”
L’altro sorrise e non disse nulla.
Lui scacciò una mosca dal braccio, e pensò allo sterco che quell’insetto aveva calpestato, ma dal pensiero disturbante tornò alla sua reale preoccupazione. “Mi pare un compito impossibile per me, una montagna altissima, una parete di ghiaccio, un’impresa che non riesco neppure a immaginare… dico della morte… ma mi ascolti?”
L’altro fece sì con il capo, sorrise di nuovo, non altro. Restò in attesa che lui continuasse. “Sei il mio amico più fidato. L’unico che mi è rimasto. Dimmi qualcosa.
” L’altro si accarezzò il naso, si grattò la fronte: “Lo sai che soffro d’insonnia?”
“Lo so.”
“L’altra notte, dopo due ore di veglia, saranno state le tre, stavo per svegliare Giovanna, che si prendesse una parte della mia pena, che mi aiutasse, che condividesse. No, dovevo farcela. Ho cominciato a ripetere: dignità, dignità, dignità…”
“Dignità?”
“Sì, dignità. Lei aveva tutto il diritto di dormire. Dovevo cavarmela da solo. Non è dignitoso chiedere agli altri di fare la tua parte. Anche la morte è una questione di dignità… e comunque nessuno può sentirsi capace di affrontarla.”
“Quindi?”
“Accontentati di stringere una mano, quando verrà quell’ora tremenda. Spera di non essere solo. Sogna un paradiso qualsiasi.”
“Mi stai dando un contentino?”
“Ti sto dando il massimo in mio potere.”
“Vorrei non dover morire mai.”
“Anch’io.”
“Mi abbracci?” Sorrise con mezzo abbraccio già pronto. Giuseppe entrò nel bar. Vide i due uomini abbracciati. Pensò fossero amanti ma i pensieri si sommano, sgomitano, rettificano: ‘No, così in pubblico… gay no, forse non si vedevano da tanto tempo, oppure una buona notizia o una cattiva o semplicemente un saluto affettuoso, un arrivederci…’ Ordinò un caffè. Seguì i due che si avvicinavano all’uscita. Sentì uno dire all’altro: “Goditi la vita.”

Racconto di Carlo Zanzi, foto di Valentina Zanzi (www.ilcavedio.org)

TUTTI I RACCONTI DELLA DOMENICA

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 10 Novembre 2024
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