Effetto Sinner: il tennis torna a essere uno sport popolare
Boom di iscrizioni ai corsi di avviamento grazie alla popolarità del primo italiano ad arrivare al numero 1 del mondo. Ne parliamo con Stefano Bossi, istruttore a Gallarate
«Sono in aumento i giovani che vogliono iniziare a giocare a tennis, forse seguendo il mito di Sinner». Lo dice Stefano Bossi, istruttore di tennis di Gallarate. Nella sua scuola tennis affiliata Uisp – che si trova nel Gym’s Club di viale Lombardia 49, a Gallarate – Bossi ha visto in questo ultimo anno un aumento delle nuove leve, giovani e giovanissimi, maschi e femmine, che non avevano mai pensato di giocare a tennis prima di vedere in televisione Jannik Sinner, il più grande tennista italiano di sempre e uno dei più forti della sua generazione.
Sinner il 10 giugno scorso è diventato il primo tennista italiano e il 29º al mondo ad aver raggiunto la il numero 1 del ranking ATP in singolare. Impossibile non restare affascinati dal suo gioco, nonché dal personaggio sorridente, pulito, e dai valori solidi.
Il tennis ha avuto una stagione d’oro negli anni 80-90, quando tutti volevano praticare questa disciplina. Parallelamente, sono comparsi degli sport “di derivazione”, per certi aspetti simili al tennis, come lo squash di ieri e il padel di oggi. Il tennis è passato da essere uno sport “di massa” di quegli anni a uno nuovamente “di nicchia”. Poi Sinner ha invertito la rotta, riportando il tennis alla portata di tutti.
«Il bello del tennis – spiega Bossi – è che è uno sport che fa compagnia dall’infanzia alla terza età, a maschi e femmine in egual misura. Inoltre offre la possibilità di allenare coordinazione e concentrazione e consente di tenersi in forma coltivando nello stesso tempo le amicizie».
C’è chi lo ritiene sbagliando uno sport costoso, chi altrettanto erroneamente ritiene che sia asimmetrico. Certo è che il tennis porta ciascuno di misurarsi con le proprie potenzialità. Giocato a livello individuale rinforza la fiducia in se stessi, sviluppa il carattere, abitua a non trovare scuse: quando si è sul campo bisogna fare conto solo sulle proprie forze perché si è soli contro l’avversario.
«Cominciare da bambini consente di avere un approccio ludico – dice Bossi – Io per esempio organizzo dei giochi a punti, con bollini premio e soldi finti».
Per chi fosse ancora indeciso se iniziare o meno, ecco un’altra motivazione: se la primavera è una delle stagioni più propizie per provare a fare due palleggi con la racchetta, l’inverno è la stagione in cui si può coniugare l’allenamento in palestra con il gioco “nel pallone”. Il tennis, inoltre, consente di giocare tutto l’anno all’aria aperta, complici le temperature gradevoli di questi ultimi inverni.
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