Contro le rotte di decollo di Malpensa ora c’è un esposto alla Procura
È stato presentato da centouno residenti nei paesi a Nord-Ovest dello scalo, in Lombardia e Piemonte. "Se non si blocca ora sarà sempre più impattante, anche su altri Comuni"
Dopo mesi di mobilitazione, ora arriva l’esposto in Procura, contro le nuove rotte di decollo dell’aeroporto di Milano Malpensa, avviate in via sperimentale il 18 aprile 2024.
«Perché siamo arrivati all’esposto? Perché la nostra vita è cambiata in peggio. Prima esisteva un disagio, ci lamentavamo ma comunque si riusciva a vivere. Ora è impossibile» dice Silverio Colombo.
Appassionato e battagliero referente dell’associazione Vivere Coarezza, da un quarto di secolo fa da “contraltare” all’aeroporto, con il suo comitato che riunisce diversi residenti – vecchi e nuovi – di un paesino che sta a Nord delle piste, sotto le rotte di decollo verso Nord-Ovest.
L’esposto – argomentato dagli avvocati Laura Bordonaro e Lorenzo Niccolò Meazza – non parte da Vivere Coarezza, ma da un gruppo di centouno cittadini dell’area Nord-Ovest, di qua e di là del Ticino: i più sono di Coarezza, c’è qualcuno di Golasecca e Vergiate, un gruppo relativamente numeroso dalla novarese Varallo Pombia, qualcun altro da Borgo Ticino e Divignano, sempre nella zona novarese più vicina a Malpensa.
Silverio Colombo e gli avvocati Bordonaro e Meazza«Riteniamo l’iniziativa del sindaco di Somma Lombardo di modificare le rotte un errore gravissimo» dice Colombo. Denuncia l’aumento spropositato dei voli che imboccano le rotte di decollo verso Nord-Ovest: Siamo passati da 2485 aeromobili prima della sperimentazione a 4199 di giugno».
L’avvocato Laura Bordonaro, incaricata dell’esposto, tira fuori la data del 16 gennaio 2019, «quando i sindaci presenti in commissione aeroportuale hanno chiesto una redistribuzione» che ha messo in discussione l’assetto definito un quarto di secolo fa, nel 1999, ai tempi del ministro Treu, anche per effetto di una causa civile a Roma (per violazione del diritto costituzionale alla salute).
«Sea e gli enti si sono detti favorevoli a reintrodurre le stesse rotte che nel 1999 un tribunale di Roma aveva dichiarato non idonee» continua Bordonaro. Con il beneplacito di una parte dei sindaci. «Si rinuncia alla rotta 318 (gradi, ndr), si concentra sulle 308 e 278, oltre al ripristino della 303» sintetizza Colombo. «Si cerca di far avere una migliore qualità ai cittadini di Somma ai danni di quell’idea i Maddalena, Coarezza, Golasecca»
Dopo lo stop per Covid, la questione è riesplosa in questo 2024. I comitati hanno denunciato l’assenza di dialogo, l’ostinazione nel mantenere lo scenario. E ora la risposta passa anche per la Procura di Busto Arsizio: «L’esposto è la prima azione che mettiamo in campo. Oggi abbiamo cento persone esponenti, ma sappiamo che tanti altri sono pronti a muoversi» continua Bordonaro.
La legale insiste su un punto: «Non chiediamo che l’impatto si trasferisca su altre aree, ma di trovare soluzioni tecniche fatte da esperti per una distribuzione del traffico accettabile».
Anche perché chi abita a Coarezza, Varallo Pombia, Golasecca ha ben chiara una cosa: la questione non si ferma a quel territorio, diventerà interesse di più persone, nella misura in cui la nuova ripartizione viene considerata funzionale ad aumentare il numero di decolli gestibili, nel lungo periodo.
«Le nuove rotte libereranno altre rotte con impatto maggiore su altri Comuni, in particolare per cargo: un impatto che si sta già vedendo e si vedrà su Casorate, su Gallarate, su Sesto Calende». Le norme Icao dicono che l’operatività diurna dovrebbe essere 6.30-23, noi oggi siamo a un orario 5.50-1.30, un ampliamento che è stato consentito dai sindaci. Se non si blocca ora sarà sempre più impattante» continua Bordonaro.
Tornando all’esposto in sé, l’avvocato Lorenzo Nicolò Meazza dice che «vengono segnalate problematiche all’ambiente e alla qualità di vita», vale a dire stress, ansia, insonnia, problematiche ischemiche e cardiovascolari, rischio nei bambini di sviluppo neurocognitivo. «L’esposto è già incardinato, alcuni dei firmatari ci stanno producendo certificati medici per le querele, se non ci fossero segnali in senso diverso». Denunce querele che – si ragiona – sarebbero per ipotetici reati di «lesioni gravi colpose e disturbo della quiete pubblica».
L’avvocato Bordonaro aggiunge che «le responsabilità dei componenti la commissione aeroportuale sono definite rispetto alle singole funzioni, individuate dalla Legge nei vari decreti e dpcm».
Se la battaglia mediatica è in corso da mezzo anno e più, ora ci si prepara alla battaglia anche legale. «Tutti questi sindaci nuovi [leggi: dell’ultimo decennio] si sono impegnati solo per lo sviluppo dell’aeroporto» sintetizza Colombo. «Invece dovrebbero far rispettare i piani acustici comunali».
E il referente del comitato di Coarezza rilancia anche la questione della trasparenza dei dati: «Arpa Piemonte ha già pubblicato i propri dati, Arpa Lombardia non li ha ancora resi noti».
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