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Sull’ospedale di Gallarate, “annunci e decisioni senza nessun coinvolgimento dei cittadini”

Intervenendo nel nel dibattito sul destino dei servizi del Sant'Antonio Abate e sul futuro ospedale unico, le Acli cittadine sollevano anche una questione di trasparenza e coinvolgimento democratico

ospedale Gallarate

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato delle Acli di Gallarate, che intervengono nel dibattito sul destino dei servizi dell’ospedale cittadino e sul futuro ospedale unico

Le ACLI di Gallarate hanno seguito fin dalle origini le vicende del progetto di un nuovo ospedale unico in alternativa ai due ospedali di Gallarate e di Busto Arsizio. Esse hanno partecipato attivamente, assieme alle altre associazioni del territorio, alla promozione e alla realizzazione delle iniziative e delle mobilitazioni di fronte al progressivo abbandono e degrado dell’ospedale di Gallarate, nonostante l’impegno di quanti operano al suo interno.

Sollecitate dal quotidiano contatto con i problemi e le preoccupazioni dei cittadini sulla loro salute e sulle difficoltà di curarsi, le ACLI vogliono stare al fianco e dare voce alle migliaia di persone del gallaratese che nel corso degli anni si sono viste sottrarre il diritto alla salute e sono costrette a rinunciare a curarsi per la mancanza di risorse economiche personali. Circa 3 milioni di italiani, infatti, rinunciano a curarsi quando i costi delle prestazioni mediche non sono coperte dal Servizio sanitario nazionale. Secondo l’indagine condotta dall’Istituto Piepoli per la FNOMCEO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, il 65% degli italiani, in caso di necessità, attinge ai risparmi per curarsi, il 4% si indebita, mentre l’11% non usufruisce di prestazioni mediche a pagamento.

Nelle ultime settimane l’attenzione delle forze politiche e del pubblico dibattito è stata indirizzata in modo particolare al riutilizzo del S. Antonio Abate. A fronte di richieste del permanere di alcune funzioni sanitarie che si considerano rilevanti, come l’Ospedale di Comunità con 40 posti letto (struttura sanitaria di ricovero che svolge funzione intermedia tra domicilio e ricovero ospedaliero, per pazienti che necessitano di assistenza infermieristica h24/o in condizioni sanitarie non trattabili a domicilio) l’ASST ha fatto sapere che rimarranno solo le risposte territoriali previste e non si aggiungerà nulla.

Prima ancora di entrare, per quello che è possibile, nel merito della discussione le ACLI gallaratesi constatano che il metodo è sempre lo stesso. I progetti o le promesse di progetti futuri vengono annunciati e decisi senza promuovere alcun coinvolgimento dei cittadini. Peggio ancora, non vengono date in modo adeguato le informazioni utili per una loro sufficiente comprensione e per aprire un confronto tra le forze politiche e anche con le realtà sociali, le associazioni della società civile del territorio. Inoltre, quando vengono chiesti chiarimenti o si avanzano delle osservazioni, le risposte, quando ci sono, descrivono o promettono quasi sempre, per quanto riguarda Il nuovo Ospedale Unico, un futuro centro di eccellenza, come se fosse realizzabile con la bacchetta magica.

Nel frattempo, non traspare mai l’ammissione di qualche responsabilità nello smantellamento delle eccellenze che, grazie all’alta professionalità degli operatori e al loro impegno profuso per anni, erano stare realizzate ed erano presenti da anni, fino a qualche tempo fa, presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate. Eccellenze che potevano benissimo essere consolidate, pronte eventualmente per essere trasferite in un nuovo ospedale, casomai con l’aggiunta di ulteriori eccellenze in altri ambiti.

Ma tant’è, sono almeno trent’anni che coloro che governano nella nostra Regione stanno progressivamente demolendo la sanità pubblica e il diritto alla salute, favorendo di fatto la presenza e gli interessi economici delle strutture private. In merito al dibattito di questi giorni le ACLI sottoscrivono innanzitutto le preoccupazioni e le richieste fatte dalle Associazioni dei pazienti cronici e dei loro familiari, con il loro comunicato, allargandole a tutta la platea di utenti in difficoltà di cura, che è molto più ampia.

Gli impegni e le promesse verbali su quello che verrà realizzato tra otto/dieci anni, oltre a rimanere vaghe e poco credibili, non offrono alcuna soluzione alle crescenti difficoltà di cura che già vivono i cittadini oggi e che affronteranno nei prossimi anni.

Si sta consolidando una situazione dove i cittadini, se non si rivolgono alla sanità privata a pagamento, riescono ad accedere alle strutture pubbliche solo quando si liberano i posti, ammesso che nel frattempo non vengano soppressi, e dove vengono sballottati da una struttura all’altra del territorio, quando devono affrontare riabilitazioni o cure specifiche.

È una situazione che giorno per giorno diventa sempre più insostenibile e che necessita di una corretta e adeguata informazione ai cittadini e una loro mobilitazione per renderli partecipi nella ricerca di soluzioni soddisfacenti, accanto a coloro che hanno competenze e ruoli per garantire strumenti di prevenzione e di cura per tutti. È un impegno che come ACLI cercheremo di promuovere, lavorando affinché l’accesso alle cure mediche, un diritto sancito dall’art.32 della nostra Costituzione, sia garantito sempre a tutti. Anche questo vuole essere un contributo ad arginare diseguaglianze che ancora esistono nel nostro Paese.
Gallarate, 22 novembre 2024

Pubblicato il 22 Novembre 2024
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