Più di mille vittime negli anni di piombo ma Busto Arsizio sceglie di ricordare solo Sergio Ramelli
Votata dalla sola maggioranza (astenuto Alex Gorletta) la mozione di Fratelli d'Italia che chiedeva l'intitolazione di un luogo della città al militante di destra ucciso da estremisti di sinistra nel '75. Fallita ogni mediazione per ricordare tutti
È infine approdata in consiglio comunale a Busto Arsizio la contestata mozione di Fratelli d’Italia con la quale si chiede di dedicare a Sergio Ramelli, giovane milanese vicino alle organizzazioni di destra ucciso nel 1975 da un gruppo di estrema sinistra, un luogo della città. Uno per tutti che però non significa tutti per uno. Sono stati almeno 1119 le vittime che tra il ’60 e l’80 hanno subito la violenza politica: 351 i morti e oltre 760 i feriti tra attentati, omicidi e aggressioni di matrice neofascista e comunista.
Ramelli, una vittima scelta per dividere e non per unire
La mozione, fortemente voluta dal capogruppo Paolo Geminiani e da tutti i suoi colleghi, è stata approvata senza tenere conto delle modifiche richieste dalle opposizioni unite dopo un dibattito a senso unico: «Vogliamo uno spazio per Ramelli e solo per lui» – il senso della richiesta di Fratelli d’Italia. E così è stato ma senza la condivisione che Pd, Riformisti liberali, Busto al Centro chiedevano.
Anche Gorletta si sfila dalla maggioranza
Persino un consigliere della maggioranza, Alex Gorletta della lista Antonelli, non se l’è sentita di votare coi suoi e si è astenuto, motivando la scelta che è stata accettata di buon grado dalla maggioranza che aveva i numeri.
Il tentativo di mediazione caduto nel vuoto
Prevedibilmente, la mozione, ha suscitato diverse contestazioni da parte delle forze di opposizione che hanno chiesto una maggiore condivisione della memoria di quegli anni difficili in cui estrema destra ed estrema sinistra si affrontavano in maniera violenta con morti da una parte e dall’altra. Ci ha provato il consigliere Gigi Farioli con un emendamento nel quale ha chiesto di dedicare un luogo alle vittime dei cosiddetti anni di piombo: «Da liberale chiedo di prendere in considerazione l’emendamento che commemora tutte le vittime della violenza politica degli anni di piombo mettendo anche il nome di Ramelli» – appello caduto nel vuoto nonostante il Pd e Santo Cascio si fossero detti disponibili alla formula proposta da Farioli.
Maggioni e rivendica la scelta democratica che viene da lontano
Il capogruppo del Pd Maurizio Maggioni ha letto un pezzo di articolo de l’Unità di allora in cui si condannava fermamente quell’omicidio ricordando come il Pci, di cui faceva parte, si schierò sin da subito e senza esitazione contro ogni tipo di violenza derivata dalla lotta politica: «In quel periodo fummo protagonisti della vita democratica del Paese. Qualcun’altro non fece gli stessi passi» – ha detto riferendosi al Movimento Sociale Italiano che, invece, non rinnegava il fascismo. Maggioni ha richiamato quella maturità democratica chiedendo di «prendere per intero la memoria di quegli anni e condividere un luogo dedicato a tutte le vittime del terrorismo» sostanzialmente condividendo l’emendamento di Farioli.
Secca la risposta da Fdi con Massimo Rogora che ha detto, sostanzialmente, ce ne freghiamo dei vostri ragionamenti e vogliamo uno spazio per Ramelli e basta. Il consigliere di maggioranza Alex Gorletta, con un intervento argomentato, ha espresso la volontà di astenersi sulla mozione di Fdi non condividendone fino in fondo il senso. Pedotti del Pd non ha mancato di sottolineare come «l’intitolazione di un luogo dovrebbe essere condiviso in maniera più larga, frutto di un ragionamento democratico che ha sempre caratterizzato queste proposte». Immancabili i mugugni della maggioranza con il sindaco che ha tagliato corto: «Non siamo meno democratici di voi. Questo concetto non vi entra in testa» mentre Geminiani ha chiuso ricordando al Pd che si tratta di una scelta «democratica anche quando non vi piace».
Busto Arsizio incassa più Irpef del previsto. È ora di abbassare l’aliquota?
Abbassare l’Irpef? Si potrebbe cominciare a pensarci. Lo chiede il consigliere comunale del gruppo Popolo Riforme e Libertà Gigi Farioli a fronte dell’aumento di 465 mila euro di introiti dall’Irpef votati nell’ultimo consiglio comunale prima del nuovo bilancio di previsione: «A Busto abbiamo l’aliquota al massimo. Ci sono indicatori importanti nel bilancio che indicano lo stato di salute economica della città, l’altro è quello degli oneri di urbanizzazione». Un conto è fare propaganda e un conto è governare, ricorda l’ex sindaco, «perchè va fatto un maggior approfondimento sulle fasce irpef in cui si è registrato questo aumento. Dobbiamo essere protagonisti di questo cambiamento e capire se Busto sta diventando più attrattiva per i ceti medio-alti».
Minori entrate dalle multe. Cos’è successo?
Il tema è emerso nell’ultimo consiglio comunale di ieri sera, giovedì, nel quale si è votata l’ultima variazione di bilancio dell’anno in cui sono saltati all’occhio alcuni dati interessanti. Oltre all’aumento degli incassi dall’addizionale comunale Irpef i consiglieri hanno chiesto chiarimenti anche sulla diminuzione delle entrate alla voce sanzioni di Polizia Locale per 1,2 milioni di euro: «Stiamo usando molto meno i telelaser, anche sulla base delle sentenze e della nuova normativa che ne ha limitato l’impiego e non sono stati installati i nuovi 8 sistemi per le infrazioni semaforiche per via del blocco della gara con cui avremmo dovuto acquistarli» – ha spiegato l’assessore alla Sicurezza Matteo Sabba.
Il tema della casa accende la polemica nella maggioranza
Altro tema dibattuto è stato il voto, poi unanime, su un debito fuori bilancio da 90 mila euro per pagare le spese condominiali degli alloggi Aler di via Tito Speri che sono stati assegnati tra il 2022 e il 2023, dopo anni di blocco: «La lentezza con cui Aler ha assegnato gli alloggi (in tutto 74, ndr) è alla base di questo debito di cui oggi discutiamo – ha spiegato l’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni -. Sulla questione abitativa stiamo facendo degli sforzi cercando di ristrutturare alloggi e assegnarli a chi li richiede e abbiamo ancora un problema annoso per quella fascia di morosi che fanno i furbi».
Disturbi alimentari
Dopo 8 mesi si è poi affrontato il tema dei disturbi alimentari, discutendo la mozione presentata dal Partito Democratico a marzo scorso per chiedere un impegno sul tema che vede un aumento vertiginoso di diagnosi legate a questo tipo di disturbi. L’assessore Paola Reguzzoni, prendendosi la responsabilità del ritardo, ha concordato coi consiglieri proponenti di rafforzare la strada già presa dall’amministrazione che ha mostrato attenzione nell’ultimo anno al tema.
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