Pagelle Pro Patria: Cavalli illude, Mehic sciupa, per il resto i soliti problemi di una squadra ingenua
La Pro Patria pareggia 1-1 in casa contro la Pro Vercelli. I tigrotti, ridotti all’osso in difesa dove è vera emergenza, passano in vantaggio con Cavalli da calcio da fermo, poi Mehic spreca il colpo di grazia e alla fine Comi sfrutta l’ennesima ingenuità concessa dai bustocchi in stagione.
I voti ai tigrotti
ROVIDA 6 – In 90 minuti scalda i guantoni con due mezzi interventi, prima su un colpo di testa di Comi e poi su un tiro di Iotti deviato. Alla fine però “la tassa del gol subito” arriva lo stesso e il portiere si ritrova a raccogliere il diciassettesimo pallone dal fondo della rete in altrettante partite. Here we go again… Non è l’inizio di GTA San Andreas, ma la fine del girone d’andata.
BASHI 6 – La Pro Vercelli si affida a lanci lunghi, questa volta il difensore non si fa sorprendere, tornando subito a fornire una prestazione solida. Il problema della Pro Patria non è il saper difendere l’area, ma quando la palla entra “come un fulmine a ciel sereno” in quella piccola. Con l’ingresso di Reggiori si sposta a sinistra, la sostanza non cambia.
ALCIBIADE 6 – Per lui meno di un tempo prima dell’infortunio, con un unico brivido vissuto sul campo: la rovesciata di Comi. Raggiunge in infermeria – si spera per il minor tempo possibile – Lombardoni, Travaglini e Sassaro. Dei 7 difensori della rosa ieri Colombo finisce la gara con soltanto 3 a disposizione, e tutti e 3 erano in campo: il più anziano di questi è Cavalli, 24 anni all’anagrafe.
dal 39′ REGGIORI 6,5 – Entra a freddo dopo più di un mese, dopo la sconfitta di Arzignano. La Pro Vercelli cerca di colpire sulla destra, lui sbarra sempre la strada, e infatti per sfondare i piemontesi saranno costretti ad affidarsi nuovamente a un calcio piazzato (guadagnato a sinistra).
CAVALLI 6,5 – Inizia a sinistra ma già prima dell’intervallo, con il cambio forzato di Alcibiade, si posiziona al centro dove, a giudicare della prestazioni viste finora, si sente più sicuro, con la palla e negli interventi. Non lo scriviamo solo per il goal, un bellissimo e altrettanto pesante (nell’economia della stagione) colpo di testa, ma perché c’è un netto divario di prestazioni (e di conseguenza nel rapporto applausi/fischi). Adesso tocca a lui guidare una difesa ridotta all’osso e dalla linea verdissima: 62 anni in tre.
Ennesima beffa per la Pro Patria: la Pro Vercelli agguanta il pareggio nel recupero
SOMMA 5,5 – La solita discreta gara su e giù per la fascia. Verrebbe da dire “senza infamia e senza lode”, eppure a conti fatti quell’inutile e forzato cross in un’area di rigore praticamente deserta al 89′, un passaggio a mezza altezza nelle mani di Rizzo, dà il via al contropiede della Pro Vercelli, da cui nascerà il corner che porta il goal di Comi.
FERRI 6,5 – Tanta sostanza a centrocampo – dove la Pro Vercelli non passa ed è costretta ai lanci lunghi -ma ancora più qualità sulla pennellata mancina che si trasforma nell’assist vincente per Cavalli.
dal 81′ NICCO SV – Leggere più avanti la pagella di Terrani, ma con la metà del tempo a disposizione. Peccato non aver avuto il capitano per una gara decisiva in vista della salvezza, ma col senno di poi siamo tutti bravi.
PALAZZI 6 – Prestazione lungi dall’essere sontuosa come alcune in cui il play ha dimostrato di saper essere metronomo di una squadra propositiva. Non per questo la sua gara è brutta o dannosa, anzi è molto concreta in fase di non possesso. Le tante palle alte giocate dalle due squadre sicuramente non hanno aiutato il “bel giuoco”.
Dal 81′ MALLAMO SV – Vedi Nicco, dunque passare direttamente a Terrani.
PIRAN 5,5 – Gara giocata con un’intensità sotto i suoi standard. Prestazione insolitamente anonima, va però considerato che rientrava dallo stop di domenica scorsa. Non al top.
Colombo: “Non siamo smaliziati”, Terrani: “Incommentabile la ripartenza subita”
CURATOLO 5 – Tanta ma davvero tanta difficoltà a vedere la porta. L’attaccante prova anche a posizionarsi qualche metro più avanti rispetto al compagno di trequarti Pitou – e infatti si procura una mezza occasione di testa – ma non basta. Seppur è comprensibile il “mal di pancia” della tifoseria bianco-blu per la crisi di novembre (ormai è dicembre) il #7 non può e non deve essere il capro espiatorio della squadra (ventenne alla seconda stagione da professionista, in un ruolo forse non congeniale alle sue caratteristiche): questo comunque non lo assolve ma una brutta fase della stagione, collettivo e individuale.
dal 60′ MEHIC 5 – Il suo errore solo davanti a Rizzo è davvero uno dei momenti più amari della stagione, “almeno finora” direbbero a Springfield. Senza mira (o senza cattiveria sotto porta) una mezzala di inserimento – con i tagli intelligenti come i suoi – incarna davvero uno spreco di potenziale. Può ancora dimostrare di essere un diamante. Il tempo però non è infinito per nessuno.
PITOU 5,5 – La palla non corre quasi mai sul manto erboso e davvero poche volte è nella sua disponibilità. A fine primo tempo sfodera un potente tiro dopo uno schema su corner, simile al goal di Douglas Costa in quel famoso Inter-Juve del 2018 finito 2-3. La palla però finisce fuori e alla sua squadra non riesce la contro-rimonta.
dal 60′ TERRANI 6 – Nel finale Colombo fa entra un calciatore esperto e fresco per gestire il vantaggio (leggasi “ammazzare la partita”) che invece assiste impietoso al manuale dell’ingenuità redatto dai compagni di squadra.
TOCI 5 – Sgobbone e gran lavoratore sì, ma ieri allo Speroni incapace di costruirsi una vera occasione al tiro per tutti i 97 minuti della partita, preferendo mandare in porta Mehic (che si divorerà il goal). Le altre volte almeno c’era sempre il rimpianto per qualche prodezza del portiere avversario o per la sfortunata… baciata dal legno. Sempre magrissime consolazioni.
COLOMBO 5,5 – Ancora una volta alla vigilia aveva ben predetto punti di forza e punti deboli dell’avversario. E ancora una volta i goal fatti e subiti arrivano come preventivato in sala stampa (palla da fermo e corner). La sua Pro Patria sa dove inciampa, sa come inciampa, sa perché inciampa. E questa è la cosa che più fa male di tutte, un dannato senso di impotenza.
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