“Il trampoliere è sempre in equilibrio tra sogno e realtà”
Marco Bottinelli ha imparato il mestiere in giardino durante il lockdown. E indossando i trampoli ha superato anche le vertigini
L’iperbole è quella figura retorica che consiste nell‘esagerare la descrizione della realtà tramite espressioni che l’amplifichino, per eccesso o per difetto. Il trampoliere è quindi l’iperbole per eccesso della realtà: la sua statura sembra amplificare quella propensione dell’essere umano di guardare sempre più lontano. C’è umanità nel trampoliere, perché il suo sguardo dall’alto abbraccia tutti. L’incedere, poi, non è quello di un uomo sicuro, ma di un uomo fragile come tutti noi, che deve ponderare bene ogni passo, e che va avanti perché sa muoversi tra sogno e realtà.
Ce ne saranno sicuramente tanti altri, ma è anche per questi motivi che la figura del trampoliere affascina tanto, perché esprime quelle emozioni pure fatte di lungimiranza, fragilità e sogno che costituiscono la parte più pura dell’essere umano. Ma lasciamo queste riflessioni sulla carta, buttiamole al vento, e diamo la parola a lui, al trampoliere.
«L’altezza mi fa un po’ paura perché soffro un pochino di vertigini, sensazioni che combatto con il sorriso e soprattutto guardando i sorrisi delle persone che mi osservano – racconta Marco Bottinelli, artista di strada e trampoliere di Spazio Kabum, la scuola di circo di Varese affiliata alla Uisp -. Dalle persone ricevo molta energia: mi guardano tutti un po’ straniti e meravigliati, come se fossi una persona diversa da quella abituale solo perché sono un metro e mezzo più alto del solito».
Ma perché a un certo punto una persona decide di sostituire i passi sicuri con quelli del trampoliere? La meraviglia del circo ha rapito Marco Bottinelli da anni, facendogli provare i più diversi attrezzi e discipline. Poi, durante il lockdown, Marco mette i trampoli e muove i primi passi nel cortiletto di casa per far passare il tempo. Da subito si accorge che basta aggiungere qualche centimetro sotto le scarpe per guardare il mondo da un punto di vista diverso. Si allena molto, fino ad essere chiamato ad animare feste di piazza e festival. I risultati arrivano. Ad esempio, partecipando a diverse sfilate di Carnevale e più volte alla Marcia dei diritti del Comune di Varese, che è una delle più grandi di Italia.
«I bambini a volte sono increduli a volte intimoriti, fanno fatica a capire se sono davvero alto così o se c’è un trucco. Rispetto ad altre discipline circensi che pratico, è quando indosso i trampoli che i bambini sentono il bisogno di toccarmi e di darmi la mano, come si fa con le star» racconta.
Marco ha 34 anni e di passi con i trampoli ne ha fatti migliaia. Gli auguriamo di continuare così, sempre più in alto, trascinandoci ancora in quel territorio magico dove la realtà diventa piccola e i sogni più vicini.
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