Ad Arsago Seprio emergono nuovi resti di epoca romana
Nel 2008 nella periferia del paese era stata ritrovata una cisterna. Ora nuovi scavi hanno restituito un lungo muro di una struttura che risalirebbe al I secolo a.C.
Nuovi scavi e scoperte confermano la rilevanza delle presenze millenarie ad Arsago Seprio, piccolo centro noto per il suo grande patrimonio archeologico e architettonico: in una zona di periferia del paese – tra via Raffaello Sanzio e via della Rivazza – è emerso un robusto muro, ascrivibile ad un edificio del I secolo avanti Cristo.
Una scoperta emersa durante gli scavi curati dalla ditta Ra.Ga. di Paul Blockley, a cui la funzionaria della Soprintendenza Daniela Locatelli – responsabile per l’archeologia in provincia di Varese – ha affidato i saggi nell’area ai margini del paese, a trecento metri o poco più, in linea d’aria, dal prestigioso complesso della basilica di San Vittore e del battistero.
«In quell’area in via Raffaello Sanzio quasi vent’anni fa era stata costruita una villetta ed era venuta alla luce una cisterna per acqua piovana, con diverse ceramiche all’interno» spiega Cristiano Brandolini, archeologo conservatore civico museo archeologico e paleontologico. «Una cisterna di buona fattura, con intonaco in coccio pesto, che ci aveva fatto ipotizzare che esistesse nei dintorni una proprietà più ampia, magari una villa rustica».
Per tanti anni le indagini archeologiche non sono andate avanti, poi – come spesso capita – la spinta per nuovi scavi è venuta da un altro rinvenimento fortuito: «Due anni fa si sono fatti scavi per la fogna, che in quella zona non c’era – ed. è stato rinvenuto un acciottolato probabilmente pertinente a una strada, nonché un angolo di un edificio pertinente ad un fabbricato».
A questo punto la Soprintendenza ha dato il via a una serie di saggi sul campo agricolo, in parte coltivato a seminativo e in parte a sfalcio. Con fondi del Ministero sono stati fatti saggi che hanno restituito molte tracce: «Molta ceramica del I secolo a.C., muretti, e infine questo possente muro di un metro di larghezza di fondazione» spiega ancora Brandolini. «Probabilmente sono i resti dell’edificio collegato a quella cisterna», conclude con la massima prudenza rispetto ai pochi dati emersi fin qui, riconducibili al periodo della romanizzazione del I secolo avanti Cristo.
Nell’area è stato riconosciuto anche un canale, un fosso scavato nel terreno che correva a fianco, anche in questo caso con deposito di ceramiche. Messa in sicurezza l’area, a questo punto spetta alla Soprintendenza valutare come procedere per proseguire nellindagine di questa nuova testimonianza della presenza romana in un centro che ha poi assunto una maggiore rilevanza in periodo longobardo e nell’Alto Medioevo, fino alla fase del romanico che ha lasciato le testimonianze architettoniche più evidenti.
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