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I cieli che evocano emozioni: all’aeroporto di Milano Malpensa le opere di Giovanni Frangi

"Panorama" di Giovanni Frangi a Milano Malpensa

Cieli che cambiano, inviti a immaginare e a volare: è stata inaugurata oggi oggi una delle mostre più oniriche della Porta di Milano, l’ingresso all’aeroporto di Milano Malpensa dal piano taxi-parcheggi e dalla stazione ferroviaria.
Si chiama “Panorama” di Giovanni Frangi, la nuova tappa del ciclo espositivo “Orizzonte degli Eventi” ideato da Matteo Pacini.

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Di fronte alle grandi opere di Frangi, la cerimonia di inaugurazione ha visto l’intervento di Alessandro Fidato, di Sea Aeroporti di Milano, e di Francesca Caruso, assessora alla Cultura della Regione Lombardia, insieme al curatore Matteo Pacini e allo stesso artista, Giovanni Frangi.

Dopo le esplorazioni del passato con i marmi tatuati di Fabio Viale e le visioni futuristiche delle città di Matteo Mezzadri, il cielo diventa il protagonista delle monumentali opere pittoriche di Giovanni Frangi.

Seguendo una tradizione artistica in cui la natura diventa chiave per decifrare il mondo, Giovanni Frangi fa del cielo il protagonista assoluto, trasformandolo in un luogo simbolico, una dimensione capace di superare il visibile. Il cielo, per sua natura mutevole, diventa uno spazio dove si intrecciano tempo, transitorietà e condizione umana. Attraverso pennellate rapide, intensità cromatica e una profonda attenzione alla luce, Frangi cattura l’essenza del cielo, trasformandolo in un veicolo per riflessioni interiori. Le nubi che si alternano a squarci di luce evocano stati d’animo universali e la tensione costante tra ombra e luce. Frangi non si limita a rappresentare il cielo, ma invita a viverlo come uno specchio delle emozioni e del tempo che scorre.

"Panorama" di Giovanni Frangi a Milano Malpensa

La Porta di Milano, cuore simbolico dell’aeroporto, si conferma un luogo di sospensione e introspezione. Qui, la continuità architettonica viene interrotta per catapultare il viaggiatore in una dimensione parallela, una sorta di “cunicolo spazio-temporale” dove spazio e tempo si fondono, proprio come accade oltrepassando l’“Orizzonte degli Eventi” di un buco nero.
Come sottolinea il curatore Matteo Pacini, «ogni mostra di questo ciclo è uno stimolo alla riflessione. Con la mostra “Panorama” di Giovanni Frangi l’invito è a riscoprire il nostro rapporto con la natura e principalmente con il cielo, troppo spesso dimenticato nella frenesia quotidiana. Le opere di Frangi non sono solo una rappresentazione della natura, ma un veicolo per riflettere sull’interiorità e sul nostro posto nel mondo. Ogni cielo di Frangi è uno specchio delle emozioni umane, un paesaggio interiore in cui il tempo sembra sospendersi».

Oltre alle sei grandi tele emulsionate appartenenti al ciclo dei cieli, tema affrontato da Frangi in più riprese e fulcro della mostra, il progetto espositivo prevede la presentazione di altri due lavori inediti. Il primo, “Gotthard Pass”, è un progetto grafico digitale realizzato sulla base di scatti fotografici autoprodotti, costituito da 18 ampie vedute montane del Passo del San Gottardo che accompagneranno i viaggiatori lungo i tunnel di accesso alla Porta di Milano, integrandosi nella continuità architettonica aeroportuale. Il secondo progetto è la video installazione “Soleil levant”, video di 120 secondi in cui l’apparente staticità di un’alba milanese lascia spazio ad un mutare impercettibile ma evidente di colori e forme, una sorta di elogio alla lentezza in un’epoca in cui l’incanto della natura è troppo spesso offuscato dalla frenesia quotidiana.

La luce generata dal video si riflette anche sulle opere, mutandone l’aspetta a seconda dei momenti: «Un quadro cambia sempre sulla base della percezione di chi guarda, anche della luce» dice Frangi, sottolineando il carattere speciale dell’allestimento alla Porta di Milano.

La Porta di Milano è un «unicum negli aeroporti del mondo» ha sottolineato il curatore Matteo Pacini. E Francesca Caruso, assessora regionale alla Cultura, sottolinea la particolarità di luogo aperto, che porta l’arte in un punto di passaggio, inatteso: «Regione Lombardia vanta moltissime eccellenza. La cosa più bella è quando l’arte e la cultura escono dai luoghi tradizionali per andare a stupire il pubblico».

"Panorama" di Giovanni Frangi a Milano Malpensa

“La natura si ciba di noi solo quando siamo bambini; e noi ci tuffiamo dentro di lei ignari. Senza saperlo, da grandi, un giorno a caso, ci accorgiamo che ne abbiamo fatto indigestione: infatti non la vediamo più. Lei ci abita, ci ha portato via. Ormai è la nostra irrealtà che ha rubato il mondo”.

Con “Panorama”, Frangi instaura un dialogo ideale con i grandi maestri della pittura. Dai cieli luminosi di Tiepolo e Veronese alle atmosfere intime di Constable, fino alle tensioni cromatiche di Mark Rothko e alle drammatiche pennellate di Emil Nolde, l’artista riprende e rielabora tradizioni storiche per creare un linguaggio personale e contemporaneo. Giovanni Frangi, nipote di Giovanni Testori – artista poliedrico e figura eminente della critica e della letteratura del Novecento – prosegue una tradizione artistica in cui la natura diventa la lente attraverso cui leggere il mondo. Frangi utilizza il colore come elemento narrativo. I grigi plumbei, i blu profondi e i bianchi abbaglianti non descrivono solo fenomeni atmosferici, ma rappresentano una continua lotta simbolica tra oscurità e luce, difficoltà e speranza. Questo gioco di ombre e luci si traduce in un’esperienza sensoriale e meditativa per lo spettatore. In un luogo di transito come l’aeroporto, “Panorama” trasforma la fretta del viaggio in un’occasione per fermarsi e guardare oltre. Il cielo di Frangi diventa una sorta di spazio sacro, non offre risposte ma invita a riflettere sul presente, a immergersi nell’infinito mutevole del cielo e a ritrovare una connessione con sé stessi. Con “Panorama”, la Soglia Magica dell’Aeroporto di Milano Malpensa si conferma un punto di incontro unico tra arte, architettura e viaggio.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 12 Febbraio 2025
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