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Alberta Basaglia a Filosofarti: la rivoluzione psichiatrica attraverso gli occhi di una bambina

Ospite Samarate, la figlia del medico psichiatra torna alla stagione del superamento dei manicomi, ma lancia anche l'allarme sulla situazione attuale della cura e del Sistema sanitario nazionale

Alberta Basaglia

Il festival della filosofia Filosofarti quest’anno si arricchisce di testimonianze dirette relative a personaggi che hanno cambiato la storia. Dopo Di Liberto con il racconto famigliare della fanciullezza del magistrato Giovanni Falcone, si inserisce nel programma di Filosofarti Alberta Basaglia con il suo libro-memoriale Le nuvole di Picasso.

Il dialogo, sapientemente condotto dalle dottoresse Myriam Poli e Viviana Faschi ,ha accompagnato il pubblico in un viaggio tra memoria personale e riflessione collettiva sulla psichiatria e quelli che furono i manicomi. L’incontro dal notevole valore culturale e carico di un forte impatto umano ha affrontato la rivoluzione psichiatrica italiana di cui il padre dell’autrice fu primo e attivo esponente.

La rivoluzione psichiatrica attraverso gli occhi di una bambina

Il libro ripercorre la «grande avventura» del padre, Franco Basaglia, attraverso gli occhi dell’autrice-bambina. Così, il testo presenta da un particolare punto di vista l’uomo che – partendo dalla terra di confine di Trieste e Gorizia – ha cambiato per sempre la psichiatria in Italia e nel mondo (nella foto di apertura: “Marco cavallo”, opera collettiva realizzata al manicomio triestino).

Alberta Basaglia non narra nel testo episodi sporadici o frammenti di ricordi, tra le sue pagine, infatti, si legge un racconto vivo di notti insonni in cui la piccola assisteva alle fughe del padre e dei suoi assistenti, intenti a liberare i “matti”, a scardinare le catene dei manicomi e ad allargare le maglie di un sistema repressivo e disumanizzante. In questa chiave narrativa viene presentata un’epoca di battaglie e speranze, in cui l’affetto e l’impegno si intrecciavano in un quadro rivoluzionario che avrebbe restituito dignità e diritti a chi, fino a quel momento, era stato relegato ai margini della società.

Alberta Basaglia

Emerge poi l’ulteriore proposito di Franco Basaglia riguardante il sistema carcerario, su cui avrebbe voluto intervenire, se solo avesse avuto più tempo. La figlia si fa testimone della volontà del padre di estendere la sua rivoluzione alle prigioni, un’istituzione che ancora oggi richiede una profonda riforma con un focus sulla dignità e sulla riabilitazione, più che sulla mera punizione.

Il grido d’allarme di Basaglia: tempo e dialogo, prima degli psicofarmaci

Dal passato al presente, Alberta Basaglia lancia un grido d’allarme sulla situazione attuale del Sistema Sanitario Nazionale, cresciuto in parallelo alla Legge 180 – che per l’appunto impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio-, oggi sempre più in crisi. In particolare, denuncia l’uso sconsiderato della contenzione chimica, con il ricorso massiccio agli psicofarmaci come sostituti del rapporto umano e della terapia basata sulla relazione.

«Si preferisce sedare, piuttosto che prendersi il tempo per dialogare e comprendere» ha sottolineato, evidenziando come la battaglia per un trattamento dignitoso delle fragilità sia tutt’altro che cosa conclusa.

Alberta Basaglia si racconta: “il riconoscimento e l’accettazione della diversità come pilastri della convivenza civile”

Per l’attrice il riconoscimento e l’accettazione della diversità sono pilastri della convivenza civile. Per questo, durante la sua carriera, si è impegnata concretamente con donne e bambini e ha portato nelle scuole percorsi educativi finalizzati a formare una nuova generazione forte, consapevole e capace di accogliere l’altro senza paura.

Il messaggio più forte della serata è il messaggio rivolto alle nuove generazioni: «Il mondo deve essere cambiato!». Basaglia invita così i giovani in sala a diventare protagonisti del cambiamento, impegnandosi in prima persona per migliorare la società.

Alberta Basaglia

«Unvento di altissimo livello» commenta Edoardo Macchi, membro dello staff organizzativo di Filosofarti. «Resterà come un momento di rara bellezza e potenza nella memoria storica e culturale della comunità samaratese. Le idee e gli ideali basagliani sono tuttora urgenti e necessari».

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Pubblicato il 04 Marzo 2025
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