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Sulla banchina della stazione di Gallarate una panchina rossa contro la violenza

È stata voluta dal DopoLavoro Ferroviario, anche nell'ambito del progetto "Scuola-ferrovia" che coinvolge i bambini delle primarie. Presenti con i loro lavori anche all'inaugurazione

Panchina rossa gallarate

Sulla banchina della stazione di Gallarate da oggi una panchina rossa contro la violenza: una presenza voluta dal DopoLavoro Ferroviario, nel centenario della fondazione del DLF nazionale (1925) e anche nell’ambito del progetto “Scuola-ferrovia” che coinvolge i bambini delle primarie.

Proprio i bambini sono stati protagonisti – con i loro lavori sul tema del contrasto alla violenza – anche all’inaugurazione

«Non si tratta solo di un colore e di un oggetto – ha detto Salvatore Cuppari, del Dlf Gallarate – ma di un richiamo a rispettare le donne e ogni essere umano. Il rispetto si riflettere nelle parole, nei gesti, nelle scelte di ogni giorno».

«La sensibilizzazione è il primo passo verso la sicurezza» ha aggiunto Sabrina Vannini, presidente del Comitato Pari Opportunità Lombardia del Gruppo Fs, che ha sottolineato anche la scelta di inaugurare nel giorno della Festa del papà, 19 marzo, nel segno di una valorizzazione della mascolinità non tossica, ma positiva.

Il momento introduttivo, nell’atrio della stazione, ha  ha visto anche il contributo della poetessa Annitta Di Mineo con le sue liriche, un intervento dell’associazione SiCura. «Voi che siete in un percorso di studi dovete tenewre a mente che la formazione è fondamentale. E che tutte le bambine possono scegliere ogni percorso di studi»ha detto l’avvocato di SiCura Stefania Passiu alle studenti.

Subito dopo l’inaugurazione vera e propria sul binario uno. Con immancabile richiamo a stare al di qua ella linea gialla: il primo punto del progetto “Scuola-ferrovia”, guidato dal Dlf con Giuseppe Davola, Francesco De Palo e altri volontari, è sempre la sicurezza.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 19 Marzo 2025
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