La Resistenza di Busto Arsizio riparte dal teatro di Carlo Albè
Sabato 12 aprile a Busto Arsizio, l'associazione Il Quadrifoglio ha portato in scena lo spettacolo di Carlo Albè “Ruggine – Morto per la libertà?”, con lo scopo di indurre una profonda riflessione sui valori della Resistenza e dell'antifascismo

Al 25 Aprile mancano poco più di una decina di giorni, ma per questa ricorrenza importante – che quest’anno coincide con l’80esimo anniversario della Liberazione – a Busto Arsizio hanno già iniziato a scaldare i motori.
La volontà è una: partire dalla storia per riflettere sull’attualità e, per tenere ben fermo l’obbiettivo, diverse realtà associative e culturali hanno scelto di mettersi insieme e contribuire attivamente a questa introspezione. Per farlo, hanno chiamato un artista che di questi temi ha scritto e sicuramente continuerà a scrivere, Carlo Albè, che accompagnato dalle musiche di Enrico Gerli ha proposto lo spettacolo “Ruggine – Morto per la libertà?”.
Sabato 12 aprile, nella Sala Verde di via Pozzi tanti hanno scelto di presenziare allo spettacolo dell’autore – lombardo di nascita e emiliano d’adozione – rincasando al termine dell’opera con una bella sfilza di domande sotto braccio. Pochi i giovani presenti ed è sicuramente la sola nota stonata di una serata che ha visto una partecipazione convinta.
Questa la trama di “Ruggine” : Ettore Bettini, partigiano immaginario ma profondamente autentico (perché costruito a partire dalla memoria collettiva della Resistenza), si ritrova improvvisamente nell’Italia di oggi. La sua esperienza di lotta per gli ideali che liberarono il Paese ottant’anni fa, arriva così a scontrarsi con gli eccessi della politica di oggi, assiste alle rivendicazioni dell’attuale Governo, ma – soprattutto – rimarca sottilmente le contraddizioni dei cittadini che dovrebbero essere all’opposizione, ma poi galleggiano nei privilegi e nelle abitudini. Persone che restano ferme ad una critica fine a se stessa, lontani da quella militanza reale che contraddistinse tanti giovani durante il regime nazi-fascista.

Questo mea culpa rimasto appiccicato addosso al pubblico era uno degli obiettivi dell’associazione Il Quadrifoglio. «Il nostro scopo era proprio questo: far nascere domande – ha spiegato Gianluca Candiani a margine dell’evento – dinanzi a recenti episodi accaduti nella nostra provincia, c’è una parte di cittadini che crede fortemente nei valori dell’antifascismo ed è pronta a scendere in campo per difendere la democrazia. Ricordiamoci della recente manifestazione qua a Busto: non siamo quattro gatti spauriti, siamo persone che credono in un ideale democratico. Grazie a tutte le associazioni che hanno creduto in questo progetto, tra cui ANPI, CGIL, la casa editrice People, Museo Partigiano di Busto Arsizio e diverse cooperative locali. Il nostro obiettivo era rivolgerci alla comunità e invitare le persone a impegnarsi, proprio in nome dei valori che condividiamo: lo spettacolo di Albè voleva chiamare le coscienze a riflettere su questi temi».
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