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Busto, aggredito in carcere un agente della Polizia Penitenziaria: 10 giorni di prognosi

Il fatto, avvenuto a Pasqua, denunciato dal SAPPE, il sindacato di categoria: "Solo l'intervento di altro personale ha evitato il peggio"

Apre lo sportello del Garante regionale dei Detenuti in carcere a Busto

Giornata di Pasqua complicata in carcere a Busto Arsizio. Il SAPPE – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – denuncia un fatto accaduto nella struttura di via Per Cassano dove un agente è stato aggredito da un detenuto riportando ferite guaribili in una decina di giorni.

«Solo grazie all’ausilio di altro personale si è evitato il peggio» scrive in una nota Alfonso Greco, segretario del SAPPE per la Lombardia – Il collega purtroppo è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso ed è stato dimesso con una prognosi di dieci giorni».

«Oramai – prosegue Greco – è sempre la solita storia e alla fine a rimetterci è sempre il personale di Polizia Penitenziaria che nonostante tutto continua a lavorare con spirito di sacrificio e abnegazione. Il SAPPE augura una pronta guarigione al collega rimasto coinvolto nella vicenda e auspica in una risoluzione definitiva alle continue aggressioni al personale da parte dell’Amministrazione Penitenziaria».

Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario generale del SAPPE, Donato Capece: «Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, quasi 20.000 a fronte delle oltre 62mila presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute, eppure, la politica se n’è completamente fregata».

«Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Busto Arisizio, nel giorno della Santa Pasqua, per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato».

Pubblicato il 22 Aprile 2025
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